Camera: la manovra economica e finanziaria è stata approvata con 316 voti favorevoli e 302 contrari. Sul voto era stata posta la fiducia. Le votazioni, iniziate intorno alle ore 13, hanno seguito un ampio dibattito in cui non sono mancati alcuni momenti di tensione.
«Dimostri di amare l’Italia, presidente Berlusconi, faccia un passo indietro. Il Paese lo apprezzerà e comincerà un tempo nuovo», ha dichiarato in Aula il democratico Walter Veltroni rivolgendosi al Presidente del Consiglio. «Fare un passo indietro senza chiedere contropartite è un atto di dignità politica e personale che non potrebbe che essere apprezzato. Non farlo è un atto di arroganza ed egoismo», ha proseguito l’ex segretario del Partito Democratico. Ma non è stato solo Veltroni, che nel suo intervento ha citato anche Matteotti, a chiedere un nuovo governo. Dello stesso avviso, oltre a La Malfa, anche l’esponente dell’Idv, Massimo Donadi: «La giudichiamo colpevole… Il reato più grave di cui la riteniamo colpevole è il vilipendio dello Stato italiano, che è la causa della mancanza di credibilità del nostro paese. E allora, compia un gesto di rispetto verso 60 milioni di italiani, si dimetta e dia la possibilità al paese di guardare avanti e ricominciare a sperare».
Dalle file della maggioranza non si sono fatte attendere le repliche. Il capogruppo leghista, Marco Reguzzoni ha parlato della manovra come di una “medicina amara” che serve a fermare la malattia. «Non averla fatta avrebbe significato aprire la via del fallimento del Paese, ma l’opposizione suona sempre la stessa musica e ripete che bisogna mandare a casa il governo». Mentre Reguzzoni rivendicava la tutela delle pensioni e gli sforzi fatti per evitare nuovi sacrifici agli enti locali e ai comuni più virtuosi alcuni ex militanti della Lega (tra loro l’ex deputato Francesco Formenti) hanno srotolato uno striscione con la scritta “Basta Lega, basta Roma”. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sospeso la seduta, che si è poi conclusa con l’intervento di Fabrizio Cicchitto (Pdl): «Una crisi di governo, onorevole Veltroni, sarebbe un salto nel buio, perchè non solo non c’è nessun terreno comune di incontro sul terreno economico e sociale tra il centrodestra e il centrosinistra, ma il centrosinistra è profondamente diviso al suo interno e costituite uno schieramento sociale e politico che è già di per sè incapace di governare, figurarsi se dovessimo mettere in piedi un governo di emergenza, che sarebbe allo sbando e metterebbe il Paese a rischio nella situazione drammatica nella quale siamo».
Il capogruppo alla Camera del Pdl ha poi attaccato i pm di Napoli tornando sull’annoso conflitto tra politica e giustizia. «Il Parlamento – ha dichiarato Cicchitto – si trova di fronte a un uso politico della Giustizia – afferma – Lo avete ammesso voi stesso: quando dei colleghi come l’onorevole Buttiglione parlano di un salvacondotto o come Bocchino che dice che non ci saranno vendette o come Gentiloni che dice che senza Berlusconi non ci sarebbe più un conflitto di interessi».