A Venezia dove si è tenuta la Festa dei popoli padani, Umberto Bossi non fa sconti e invoca la secessione. Non è certo la prima volta che lo fa, ma visti i tempi che stiamo vivendo, le sue parole risuonano particolarmente forti. Poi nel corso del suo intervento detto che e è meglio usare metodi democratici come un referendum, ma la secessione è plausibile. Bossi aveva parlato di “milioni di persone pronte a combattere”: il popolo, ha detto, non può vivere schiavo del centralismo, ha diritto alla libertà e faremo bene i nostri conti per vedere quante persone sono pronte a combattere: “La faremo finita con questi ladrocini imperanti”. E’ la soluzione necessaria, ha detto il leader della Lega, parlando di secessione: “Come si fa a stare in un paese che sta addirittura perdendo la democrazia giorno per giorno? Se qualcuno pensa che il fascismo è finito mi sembra sia ritornato con altri nomi e altre facce, addirittura hanno aggredito i corridori del giro di Padania. Un popolo storicamente importante e dignitoso è stato costretto a mantenere l’Italia”. Parole di fuoco, dunque. Bossi è tornato sul tema della manovra, in particolare delle pensioni, sottolineando ancora una volta il merito della Lega per aver impedito che venissero toccate: “Abbiamo salvato noi della Lega le pensioni, se non c’eravamo noi non so come finiva. Ma l’abbiamo spuntata”. Una battaglia, ha detto, che ha portato la Lega ad averla vinta su Berlusconi e Tremonti, una battaglia fatta per i vecchietti, “come quello che in un supermercato di Milano era stato beccato a rubare una bistecca perché era senza soldi” ha detto. Sono interventi poi anche i ministri Calderoli  e Maroni. Il primo ha detto che la Lega ha intenzione di sostenere questa maggioranza sino alla fine. Calderoli ha difeso poi Bossi: se non c’era Bossi, non c’era la Lega, e a un giornalista che gli chiedeva se il senatore fosse in procinto di andare in pensione, ha risposto che in pensione piuttosto ci dovrebbe andare lui, il giornalista. Per Maroni, invece, questo govenro andrà avanti fino a quando lo vorrà Bossi: “Il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi”. Non piace infine ai vertici della Lega l’apertura di queste ultime ore all’Udc da parte di alcuni esponenti del Pdl. No a qualunque inciucio, hanno detto.



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