Il Parlamento si prepara a vivere un’altra giornata ad alta tensione. La richiesta di arresto dell’On. Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex braccio destro del ministro Tremonti, verrà infatti votata oggi alla Camera, a scrutinio segreto. Una scelta drammatica che ci riporta a quel 20 luglio in cui venne autorizzata la carcerazione di Alfonso Papa. Questa volta la Lega Nord non voterà a favore dell’arresto, ma è il contesto generale a essere decisamente peggiorato per il governo. «Difficile dire quale decisione potrà avere un effetto maggiormente negativo sulla maggioranza – dice a IlSussidiario.net Massimo Franco –. L’aria che si respira è sempre più pesante e c’è chi si ostina a soffiare sul fuoco. Alcune frange estremistiche sono pronte a contestare in ogni caso e un segretario di partito come Antonio Di Pietro è arrivato a dire: “mandiamo a casa questo governo prima che ci scappi il morto”. Sono segnali davvero inquietanti».



Il voto segreto può tentare i “dissidenti” del Pdl e della Lega?

La verità è che in questa fase nessuno è più in grado di controllare i propri gruppi parlamentari. E così si mischiano calcoli politici a calcoli inconfessabili, con esiti del tutto imprevedibili.

I vertici di ieri tra gli alleati della maggioranza non hanno scongiurato questa ipotesi?



Il fatto stesso che un ministro come Maroni sia stato costretto a dichiarare che si atterrà “alla linea del partito” non riduce, ma anzi conferma la sensazione che nel Carroccio sia in atto uno scontro molto duro per la successione. Dopodiché la vicenda viene coperta diplomaticamente, ma la sostanza non cambia.
C’è però un problema più grave rispetto all’individuazione di quale sarà essere il casus belli, l’incidente che manderà tutto a rotoli o il killer che “finirà” il governo.

Quale?

Guardiamo al contesto internazionale, sia dal punto di vista politico che economico. Ieri, ad esempio, Barack Obama ha ringraziato alle Nazioni unite una lunga serie di paesi per il loro impegno in Libia, senza mai citare l’Italia. Un fatto singolare su cui forse sarebbe il caso di riflettere.



In un contesto così delicato che tipo di azione sta svolgendo il Capo dello Stato? 

Il Presidente della Repubblica sta svolgendo un ruolo di garanzia importantissimo. Lavora per evitare che vengano compiute delle forzature, sia da una parte che dall’altra. Il passaggio è delicatissimo e, qualunque cosa accada, non deve essere usato impropriamente per accelerare o ritardare processi che in qualche modo possano danneggiare il Paese.

Si lavora a un’ipotesi d’emergenza?

Credo che il Presidente Napolitano stia analizzando tutti i possibili scenari che possono venirsi a creare. Non può fare più di questo. Sono due infatti le esigenze da conciliare in questa fase: da un lato bisogna fare in modo che il governo finché ha la maggioranza governi, dall’altro bisogna evitare che si crei un vuoto istituzionale nel caso si verificasse una crisi di governo. Potrebbe avere effetti devastanti per l’Italia.

Il governo, come lei ha scritto in questi giorni, sembra ostinato a “resistere” e a “minimizzare” i problemi. Ma quali sono le alternative percorribili per il bene del Paese?

La maggioranza ha il dovere di capire fino a che punto questo governo sia un vantaggio o un danno per l’Italia. La soluzione verrà da sola quando la maggioranza prenderà una decisione in questo senso. La mia sensazione, da ciò che sta succedendo, è che l’esecutivo sia davvero agli sgoccioli. Ad ogni modo tocca al governo scegliere. Spero solo che sia chiaro a tutti che più si va avanti senza sciogliere questi nodi e più grossi saranno i rischi che il Paese dovrà correre.

(Carlo Melato)