Ancora poche ore e il referendum elettorale saprà di che morte morire. Con ogni probabilità, i giudici della Consulta riuniti in Camera di Consiglio dalle 9.30, decideranno di bocciare l’ipotesi referendaria sottoscritta da 1milone e 200mila cittadini. Questo, infatti, è l’orientamento, almeno, secondo indiscrezioni, della Corte costituzionale. Certo, tutto può ancora succedere, ma difficilmente, come è stato fatto notare su queste pagine, i supremi giudici interromperebbero una prassi giurisprudenziale di decenni, secondo la quale non è legittimo consentire, in questi casi, l’abolizione di una legge che comporterebbe la riesumazione di un’altra legge precedentemente abrogata. Se, infatti, il referendum ottenesse l’ok dalla Consulta, se raggiungesse il quorum e se i “sì” ottenessero la maggioranza dei voti, l’attuale sistema elettorale andrebbe in soffitta. E tornerebbe in vigore quello precedente. Un’ipotesi su cui la maggior parte dei partiti si dice favorevole; ma che, in realtà, è vista come il fumo degli occhi. Il sistema vigente, infatti, il cosiddetto Porcellum, conferisce alle formazioni politiche l’enorme potere di decidere chi, come e quando candidare. In ogni caso, in cosa consisterebbe l’eventuale consultazione referendaria, se domani la suprema Corte decidesse di ritenerla legittima così com’è formulata?. Il primo quesito recita: «Volete voi che sia abrogata la legge 21 dicembre 2005, n. 270. Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, come modificata dal decreto legge 8 marzo 2006, n.75, convertito in legge 21 marzo 2006, n.121?». In sostanza, votando “sì” si abroga il Porcellum, che aveva determinato l’introduzione del sistema maggioritario, con un forte premio di maggioranza e le liste bloccate. La cancelleria della Consulta ha attribuito al primo quesito il numero di riferimento “156”. Il secondo quesito, invece, recita: «Volete voi che sia abrogata la legge 21 dicembre 2005, n. 270, Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, limitatamente alle seguenti parti…»; a questo punto segue un elenco di tre pagine delle parti del Porcellum che sarebbero soppresse votando “sì”.
L’effetto anche in questo caso, sarebbe la soppressione dell’intera legge. La cancelleria della Consulta ha attribuito a questo quesito il numero di riferimento “157”.