Nicola Cosentino non andrà in carcere. La Camera ha respinto la richiesta di arresto dei giudici di Napoli a carico del coordinatore regionale campano del Popolo della Libertà, dopo il via libera della Giunta per le Autorizzazioni. Sono stati 309 i voti contrari, 298 i favorevoli (a scrutinio segreto) su 607 presenti. In Aula era presente anche l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Cosentino, che alla vigilia si era dichiarato «sereno, tranquillo e consapevole di essere completamente estraneo ai fatti addebitati», aveva comunque promesso le dimissioni dal suo ruolo. «Un minuto dopo il voto – aveva dichiarato il deputato Pdl -, indipendentemente dall’esito, mi dimetterò da coordinatore regionale del partito in Campania».
Decisive le defezioni secondo coscienza dei deputati che hanno scelto per il no, nonostante le indicazioni dei partiti. A questo proposito un ruolo importantissimo è stato giocato dalla Lega Nord e in particolare dal segretario federale, Umberto Bossi.
Se infatti inizialmente era stato l’ex ministro degli Interni, Roberto Maroni, a dettare la linea dura del Carroccio sul caso Cosentino, Bossi ha corretto il tiro in tempo, lasciando libertà di voto e raccogliendo le motivazioni di molti deputati leghisti che si erano detti convinti del fumus persecutionis nei confronti del collega del Pdl.
«Spesso certe inchieste diventano un trampolino di lancio per fortunate carriere politiche…», ha dichiarato prendendo la parola prima della votazione il deputato del Carroccio presente in giunta per le Autorizzazioni della Camera, Luca Paolini. Il leghista ha descritto «la debolezza del quadro accusatorio» facendo un parallelo con lo scandalo che aveva colpito Strauss Kahn, ex direttore del Fondo monetario.
Non appena il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha letto il verdetto dell’Aula, tutti i deputati pidiellini si sono alzati e sono andati a festeggiare Cosentino. Lunghissimo l’abbraccio con l’On. Alfonso Papa, su cui il Parlamento non aveva avuto la stessa posizione in un caso per certi versi analogo.
«Per me è un errore politico, ma ovviamente è legittimo» il voto dell’Aula, ha dichiarato il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini.
Si attendono le dichiarazioni negative del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, già protagonista oggi di un intervento molto duro nei confronti della Corte costituzionale, dopo la decisione di inammissibilità dei due quesiti referendari anti-Porcellum.