E’ la prima visita in Vaticano di Mario Monti, come capo del Governo italiano. Ovviamente questa visita suscita curiosità e in alcuni casi porta anche a commenti di interesse marginale. Il fatto vero è che, nel rapporto continuo tra Stato italiano e Santa sede, questa visita rientra nella ritualità delle relazioni diplomatiche. Ma è il contesto che si sta vivendo, l’attenzione sia del Papa che di Monti alla serietà di questa situazione che porta a vedere, quasi a scrutare, gesto dopo gesto questo primo incontro ufficiale. Il nostro presidente del Consiglio era accompagnato dalla moglie, ma anche dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata. E la ragione era precisa, motivata, come si dice nel comunicato ufficiale del Vaticano, nel duplice colloquio che Monti ha avuto sia con il Papa, sia con il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. Uno degli osservatori e dei vaticanisti che hanno seguito questa visita è stato Lucio Brunelli, giornalista della Rai.
Che significato attribuire a questa visita?
Nulla in particolare se non la ritualità dei rapporti. Ma è stato interessante vedere, per quello che si è potuto, soprattutto il rapporto informale. E anche captare alcune parole di questo colloquio informale tra Benedetto XVI e Mario Monti. Il Papa ha accolto con molta cordialità, con un incitamento, con un augurio il nostro presidente del Consiglio, dicendo: “Avete iniziato bene, in una situazione difficile, quasi insolubile”. Parole che possono assumere un significato particolare tenendo presente il contesto in cui si muove oggi il nostro Presidente del Consiglio. Ma parole che non solo sono di incitamento, ma anche di particolare attenzione all’andamento della situazione italiana ed europea.
Ovviamente nulla si può sapere di quello che è invece stato il colloquio formale. E’ probabile che sia il Papa che Monti abbiano potuto fare una valutazione generale di quello che oggi rappresenta una così grave crisi economica, che può avere dei contraccolpi anche di carattere sociale.
No, di questo assolutamente non si sa assolutamente nulla. Il comunicato del Vaticano riferisce che sia nel colloquio con il Papa, sia con il Segretario di Stato vaticano è stata affrontata anche la questione delle minoranze cristiane che oggi sono perseguitate in diversi parti del mondo. Poi ognuno di noi può sbizzarrirsi a pensare che cosa si possano essere detti i due protagonisti dell’incontro.
A quanto sembra, per carattere, per la riservatezza e per il modo di fare, sia il Papa che il nostro Presidente del Consiglio sono due figure che si assomigliano. Che ne pensa?
Si, questo è il giudizio che viene spontaneo. Sono entrambi molto sobri nei rapporti, appartengono a un mondo che è fatto di studi e di riflessioni. Anche per carattere non sembrano vincolati a una formalità di facciata. Si vede che vanno alla sostanza delle cose con una naturalezza che è difficile ritrovare in altri personaggi.