Da settimane mantiene un profilo basso. Poi, ogni tanto, non riesce a trattenere l’incontinenza verbale e se ne esce con frasi come quella di ieri: «La cura non ha dato alcun frutto: ci aspettiamo di essere richiamati». Trattandosi di Berlusconi, le interpretazioni sono scosse dal solito dubbio, come tutte le altre volte in cui ha esternato fuori luogo: ci è o ci fa? O, meglio, parla e agisce perché effettivamente in preda all’istinto e condizionato da un eccesso di impulsività (come quando fece cucù alla Merkel)?  Oppure se le studia e, da esperto di comunicazione, conosce i suoi polli e sa dove colpire per sortire effetti precisi? «Credo che neanche lui, al momento, abbia un’idea esatta sul da farsi», spiega, interpellato da ilSussidiario.net Paolo Del Debbio, Docente di Economia ed etica della pubblicità all’Università Iulm di Milano. «La situazione – continua – è ancora incerta e credo che abbia voluto semplicemente interpretare un sentimento popolare di sbandamento nei confronti dei mercati internazionali». Posto che le cose stiano così, resta da capire lui, personalmente, cosa intenda fare. Da tempo sostiene che non tornerà alla politica attiva, ma si limiterà a fare il padre nobile del partito. Le dichiarazioni di ieri potrebbero intendersi come una marcia indietro. «Berlusconi, più volte, ha detto che non si ricandiderà, e non ci sono motivi per non credergli. Del resto è stato lui a volere fortemente un segretario. E agli incontri con Monti, con Bersani e Casini ci sta andando Alfano».
In effetti, per il Pdl è una novità. Si direbbe avviato verso la fase di normalizzazione. «Non parlerei di normalizzazione – replica Del Debbio –. Quando era nato, la normalità consisteva nel fatto che fosse fondato sulla leadership di Berlusconi. Diciamo che sta assumendo i connotati dei partiti tradizionali». Qualcuno sostiene che, se il governo Monti dovesse avere successo, trascinando l’Italia fuori dalle sacche della crisi, e arrivasse a fine legislatura, i partiti, così come li conosciamo oggi, potrebbero essere scomparsi, o fortemente ridimensionati. «Una volta sistemate le cose, non è che non ci sarà più spazio per l’inventiva politica. Sicuramente, per allora ciascuno dovrà dare il massimo in termini di creatività. Chi dovesse riproporsi con le formule antiche sarebbe destinato al fallimento». 



Secondo  Del Debbio, in particolare, «ci sarà un riassestamento in favore di un mercato privo delle degenerazioni che hanno condotto alla crisi. D’altro canto, archiviate le forme del welfare novecentesche e la spesa pubblica a oltranza, ci sarà una spinta verso le iniziative provenienti dal basso, dalla società. Risulteranno vincenti i partiti che sapranno cogliere tali cambiamenti». Oggi il Pdl è dato al 22%. Resta da capire se tornerà ad avere la potenza di fuoco di un tempo. «Può darsi che la sua proposta politica sarà tale da farlo riemergere. Forza Italia, del resto, partì da zero. Conteranno molto, oltre alla proposta, il linguaggio adottato e  le persone scelte». 

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