L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna al centro della scena pubblica, ma non per motivi legati alla politica. E’ stato oggi, infatti, al centro di una polemica relativa ad uno dei suoi procedimenti giudiziari in corso, il processo Mills. Uscendo dall’aula del tribunale che lo sta processando per corruzione in tatti giudiziari, i cui giudici stanno tentando di accelerare i tempi onde evitare la prescrizione, durante una pausa si è voluto sfogare. E si è detto convinto che tale accelerata dimostri un manifesto intento persecutorio. «E’ dimostrazione dello stato preoccupante della giustizia», ha dichiarato, aggiungendo: «Come si spiega la cancellazione di tutti i nostri testimoni e la fissazione di udienze in più rispetto a quelle previste a 72 ore dalla prescrizione, se non con un’intenzione negativa?». Rispondendo a chi gli chiedeva se si aspetta di essere condannato, ha ricordato: «Non riesco a capire come possano scrivere una sentenza di condanna quando quello che ha dato i soldi ha detto di averli dati, chi li ha presi ha detto che li ha presi e poi c’è il tragitto dei soldi». Ancora più duro è stato il diverbio intercorso tra l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, e il presidente del collegio tribunalizio, Francesca Vitale. Mentre, infatti, l’avvocato inglese Mills era in videoconferenza in occasione del controesame, Ghedini aveva iniziato a farli delle domande, per ricostruire l’iter delle sue testimonianze, presumibilmente contraddittorie. Quando il giudice lo ha invitato ad essere più conciso, Ghedini si è infuriato: «State facendo un processo anomalo, è una corsa contro il tempo con un calendario mai visto al mondo, neanche nei processi con i detenuti». Vitale, dal canto suo, ha invitato Ghedini alla calma, mentre questi ha ribadito che alla difesa sono stati tolti tutti  testi. Al che, il giudice è incappato in un lapsus  pericoloso, suggerendo a Ghedini di tenersi la contestazione per un ricorso in Cassazione. Dando, quindi, per scontato il fatto che avrebbe emesso una sentenza di condanna. 



Ghedini ha colto immediatamente il lapsus, ed è sbottato: «Prendiamo atto che ci volete condannare… Allora ci togliamo la toga, rimettiamo il mandato e ce ne andiamo». Berlusconi, del resto, aveva fatto presene che il processo è spiccatamente «politico e continua quando ormai tutto è chiarito in maniera assolutamente indiscutibile. Io sono completamente estraneo alla vicenda che è originata dalla volontà da parte di un avvocato di risparmiare con il fisco inglese».

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