La scomparsa di Oscar Luigi Scalfaro. L’ex Capo dello Stato, in carica dal 1992 al 1999, è morto questa mattina. Aveva 93 anni e ha mantenuto un autentico record parlamentare: è stato infatti deputato sin dal primo Parlamento della Repubblica nel 1948. Inoltre era stato anche membro della Assemblea Costituente nel 1946. E’ stato diverse volte ministro e una volta diventato senatore a vita è entrato a far parte del Partito democratico dopo una vita spesa nella Democrazia Cristiana. Unica mancanza della sua prestigiosa carriera non aver mai ricoperto la carica di capo del Governo. In realtà tale carica gli venne conferita nel 1987 dopo le dimissioni di Bettino Craxi, ma non riuscì a formare un nuovo esecutivo in quanto ritenne non opportuna la possibilità di un governo composto dalla sola Democrazia Cristiana. Oscar Luigi Scalfaro era nato a Novara il 9 settembre 1918, rimasto vedovo abbastanza presto aveva una figlia, Marianna. Si era laureato in giurisprudenza nel 1941, passò un breve periodo nell’esercito italiano al tempo della guerra venendo congedato nel 1942 in quanto magistrato. Dopo aver preso parte all’assemblea costituente dal 1948 al 1992 è sempre stato eletto quale deputato della Democrazia Cristiana. Eletto Presidente della Repubblica nel 1992, è passato alla storia come il Presidente del periodo di tangentopoli e del primo governo Berlusconi con cui ebbe sempre aperti contrasti. Diventò famoso il suo discorso pronunciato il 3 novembre 1993 a reti unificate dopo che era stato accusato di aver gestito dei fondi per uso personale durante un suo precedente incarico come ministro dell’interno: “Io non ci sto” disse, frase che divenne quasi uno slogan, intendendo di non essere disposto a sottoporsi a quello che definì un gioco al massacro. Secondo Scalfaro, le accuse nei suoi confronti erano un tentativo di coinvolgerlo come vendetta da parte di esponenti della Prima repubblica finiti sotto accusa per lo scandalo tangentopoli e mani pulite. Intanto stanno arrivando i primi messaggi di cordoglio dalle più alte cariche dello Sato, in primis il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lo ricorda come esempio di coerenza ideale e di integrità morale.
“Da uomo di governo” ha detto Napolitano “ha lasciato l’impronta più forte nella funzione da lui sentitissima di ministro dell’Interno. Da Presidente della Repubblica, ha fronteggiato con fermezza e linearità periodi tra i più difficili della nostra storia. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell’impegno politico dei cattolici italiani”.