Legge elettorale, i lavori continuano. La notizia dell’ultima ora è che la commissione affari costituzionali del senato ha approvato la cosiddetta proposta Malan, quella che fa riferimento al testo base del Pdl, sul tema delle preferenze e del premio di coalizione. In pratica, reintegrazione delle preferenze e premio del 12,5% alla coalizione che prenderà più voti. Tutto bene? No perché Pd e Idv hanno votato contro. Non cambia il successo della proposta che come detto supera l’esame dell’apposita commissione, ma rende evidente che la spaccatura tra Pd e Pdl sulla legge elettorale esiste e persiste ancora. Il voto ha invece rivisto insieme la vecchia alleanza fatta di Pdl e Lega che hanno votato insieme ottenendo così la maggioranza. Non solo: ha votato a favore anche l’Udc prospettando scenari di future alleanze suggerisce qualcuno. Sta di fatto che si è fatto un asso avanti verso la definizione del testo definitivo di legge elettorale. Con questa approvazione è decaduta automaticamente la proposta del Pd, quella a firma Enzi Bianco, che proponeva i collegi. Stamattina il segretario Pdl Alfano aveva detto che il suo partito era disposto a fare un passo verso il Pd pur di arrivare a un testo di legge. Aveva infatti detto che  “pur di cambiare la legge elettorale, se la sinistra dovesse chiedere che il premio vada a una coalizione, noi siamo disponibili a cedere su questo punto perché crediamo che, alla fine, lo scopo vero sia quello di assicurare la governabilità”. Intanto si apre discussione in casa Fli. Il deputato Raisi infatti proprio stamane aveva detto di aspettarsi che il suo partito si schierasse contro il voto di preferenza. Questo per essere coerente con la cultura legalitaria espressa da Fli. Creisi fa riferimento a molti politici coinvolti in indagini giudiziarie dicendo che non è un caso che proprio loro vogliano il voto di preferenza. Il pericolo di tale tipo di voto è infatti, ha detto, il voto clientelare o il voto di scambio con le organizzazioni criminali. Forti le critiche alzate dall’esponente Fli verso diversi politici di cui fa anche il nome.



“‘Da Fiorito a Maruccio, dal ‘mister preferenze’ di Roma, Samuele Piccolo, all’assessore milanese Zambetti  tutti politici eletti con le preferenze. A questo punto non escluderei che la mala gestione delle risorse pubbliche sia legata al recupero delle risorse spese in campagna elettorale” ha detto.

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