Elezioni Lombardia, le indicazioni dei sondaggisti Piepoli e Mannheimer – Al voto e subito. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni non ha dubbi: se la Lega deciderà di non appoggiare la nuova giunta, si impegnerà perché si vada alle urne il prima possibile. Il tutto con l’avvallo del segretario del Pdl, Angelino Alfano con il quale, dice Formigoni a margine di un evento a Palazzo Lombardia “c’è sintonia e se qualcuno nel Pdl ha il mal di pancia non sono certo i dirigenti”. “Io sarò in campo – ha continuato Formigoni – per difendere l’onore di diciassette anni di buon governo – qualcuno dice di ottimo governo – della Regione, per sostenere una continuità e per proporre dei programmi ulteriormente rinnovati, ulteriormente efficienti per i cittadini”. Per i sondaggi, ci sono posizioni alquanto differenti, anche se indicative, pur in fase ancora ovviamente transitoria.



Ilsussidiario.net ha contattato due dei maggiori sondaggisti italiani, Nicola Piepoli e Renato Mannheimer, per sapere come si sta muovendo l’elettorato lombardo in queste ore di grande confusione. “E’ altamente improbabile – dice Mannheimer – che il Pdl candidi Formigoni nella sua lista, al limite il Governatore della Lombardia potrebbe presentarsi con una lista autonoma ma non avrebbe grande successo. D’altra parte non ci sono molte probabilità che la Lega appoggi sia la lista Pdl sia un’ipotetica lista a nome di Formigoni”. Il Carroccio, però, non dovrebbe correre da solo: “Alla Lega – continua Mannheimer – conviene stringere alleanze perché da sola non ha un numero di voti sufficienti a garantire il risultato. Però a mio parere, se lasciamo da parte i numeri e consideriamo l’identità del partito, il Carroccio ha tutta la convenienza a non stringere alleanze. Questi, però, sono discorsi che coinvolgono la sfera politica più che quella legata ai sondaggi”. 



Non c’è, dunque, tempo da perdere per il Governatore, se non quello necessario perché la neo Giunta possa cambiare la Legge elettorale ed eliminare il listino bloccato: un atto necessario perché si possa andare al voto fra un minimo di quarantacinque e un massimo di sessanta giorni. 

Nicola Piepoli, che nei prossimi giorni annuncerà dei dati ufficiali sugli umori dell’elettorato, anticipa che la situazione al momento non appare così drammatica quanto quello che accade invece nei palazzi. “E’ una situazione meno perturbata fra gli elettori del Pdl di quanto sembrerebbe” ha detto. “I sondaggi fra gli elettori lombardi infatti dicono che al momento la situazione del Pdl e il consenso allo stesso Formigoni riflettono esattamente i dati che si hanno a livello nazionale e cioè la perdita di un terzo dei voti rispetto al massimo raggiunto da Pdl e Formigoni in Lombardia. Non dunque un tracollo dovuto agli avvenimenti degli ultimi gironi, in particolare l’arresto dell’assessore Zambetti”. Un terzo degli elettori dunque, ma, precisa Piepoli, stiamo parlando di dati provvisori e situazione transitoria. Per Mannheimer invece è assolutamente fuori discussione una campagna elettorale lunga sei mesi, come proposto dal Carroccio per accorpare le elezioni regionali e quelle politiche. 



“Trovo la proposta del Governatore corretta da un punto di vista giuridico – spiega Mannheimer -, d’altra parte se si votasse in primavera si andrebbe alle urne una volta sola accorpando elezioni politiche e regionali e ci sarebbe un notevole risparmio per le tasche. Se, però, parliamo di sondaggi, sia al Carroccio che al Popolo della Libertà converrebbe procrastinare il voto il più possibile: entrambi hanno percentuali di preferenza bassissime”.

A proposito di Lega, invece, Piepoli ha dei dati che considera già definitivi: è in atto una tendenza netta al rialzo. “Questo – spiega – ovviamente rispetto al crollo che la Lega ha subito al momento della crisi di Umberto Bossi. Anche la Lega ha un indicatore che dice di una perdita di un terzo del proprio elettorato, dunque dal 10% che aveva toccato in Lombardia siamo adesso al 7, ma è una crescita rispetto al 5% toccato solo pochi mesi fa. E tutto sembra indicare che la Lega sia destinata a recuperare e dunque a crescere ancora”.

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