Il centrodestra in Lombardia potrebbe scegliere l’opzione delle primarie di coalizione. E’ quanto ha dichiarato durante la registrazione della puntata di “Porta a Porta” il segretario della Lega nord, Roberto Maroni, il quale ha sottolineato di essere pronto “ad accettare la sfida”. Anche all’interno del Pdl prende piede questa possibilità. Nel corso di una conferenza stampa il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha invece dichiarato: “A me non mi rottama nessuno. Qualcuno ha scritto che stamattina ho aperto la campagna elettorale: quando ho letto le agenzie ho sorriso. Nei prossimi giorni farò tanti altri contropiedi. Sarò in campo, la posizione non conta, nel calcio moderno si deve saper fare tutto”. Ilsussidiario.net ha intervistato Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto Quotidiano.



Quali sono i contenuti dell’accordo tra Lega e Pdl, che presto dovrebbe portare alle dimissioni di Formigoni?

L’accordo con Maroni, il quale ha sempre goduto di un buon rapporto con Alfano, è la spia del fatto che Berlusconi vuole allearsi con qualcuno alle prossime elezioni. In questa orgia finale della seconda Repubblica il Pdl, che è un partito ormai in frantumi, ha bisogno di mettere insieme delle aggregazioni.



Per quale motivo?

Soprattutto perché il sistema elettorale previsto dalla bozza Malan, in cui c’è un premio del 12,5%, favorisce delle alleanze, al contrario di quanto avverrebbe con il proporzionale puro. Berlusconi è ancora fermo alla logica dell’alleanza con la Lega, e dal punto di vista nazionale l’alleanza in Lombardia rappresenta un segnale molto forte.

In che senso?

La Lombardia è la principale Regione del Paese, dove il centrodestra ha governato per 20 anni. La resistenza del governatore uscente sarà forte, ha anticipato che nei prossimi giorni farà delle azioni di contropiede. Non so se questo lo porterà a mettersi fuori dal partito e a presentare una sua lista. Il significato politico di un accordo su Maroni candidato in Lombardia è molto forte, perché resuscita una parte di quel centrodestra che nel 2008 ha vinto le elezioni.



Lega e Pdl sarebbero pronte alle primarie di coalizione …

E’ un cammino ancora lungo, anche se l’alternativa sarebbe stata Albertini. Se alla fine si dovesse giungere davvero alle primarie, il centrodestra smentirebbe l’uscita di Berlusconi di due settimane fa, quando aveva dichiarato di essere pronto a compiere un passo indietro per favorire l’aggregazione dei moderati. E certamente la Lega non rientra tra i partiti moderati.

 

Nel centrodestra, la Lega può diventare l’analogo di Sel che ha Milano ha vinto con Pisapia?

 

La Lega è sempre stata la parte più estremista del centrodestra, ma Maroni è percepito del resto come un leghista più borghese e di governo, che potrebbe dunque gestire la Regione. Non credo che la sua elezione per il centrodestra lombardo sarebbe una rivoluzione, lo stesso Formigoni del resto ha governato con la Lega divisa tra maroniani e anti-maroniani.

 

A livello nazionale Berlusconi creerà una sua lista?

 

Berlusconi aspetta il risultato delle elezioni regionali in Sicilia, dopo di che il Pdl si dividerà in più tronconi: gli ex An, gli “azzurri” che vogliono recuperare lo spirito del ’94, l’oligarchia del Pdl e i montiani. Berlusconi cavalcherà una di queste liste, probabilmente quella più vicina all’ex Forza Italia, e sono quasi certo che non si ricandiderà a premier. In queste ore si parla di riunioni di parlamentari del Pdl, come la Biancofiore e la Di Girolamo, che si stanno organizzando per ricostituire una lista a sostegno di Berlusconi, anche se alla fine l’ultima parola spetterà al Cavaliere. La sua disaffezione verso il Pdl è arrivata del resto a livelli molto forti, non sopporta più la vista di alcuni personaggi che appartengono alla classe dirigente di questo partito.

 

L’accordo con la Lega esclude quello con l’Udc?

 

Dopo le dichiarazioni di Berlusconi su una possibile aggregazione dei moderati, non c’è stato alcun segnale e lo stesso Casini ha scelto la linea del silenzio. I moderati da sempre sostengono il distacco dalle estreme dei rispettivi schieramenti. Da un lato ci sono Sel e Di Pietro, dall’altra la Lega Nord. L’accordo tra Carroccio e Pdl non è certo un buon auspicio per un’aggregazione dei moderati. Se così fosse, con un accordo politico in Lombardia che includa la Lega, non si potrà tornare a un centrodestra formato ’94-96 che comprenda uno spettro che va da Casini a Bossi.

 

(Pietro Vernizzi)

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