Anche Vendola competerà per la guida del centrosinistra. Il che lascia intendere che lui, nel centrosinistra, ci sarà. Cosa che, fino a poche ore fa, era tutt’altro che scontata. «Accetto la sfida. Per vincerla» ha fatto sapere ufficialmente, promettendo che la sua partecipazione alla primarie è volta, anzitutto, a «scacciare il fantasma del Monti bis». Più facile a dirsi, che a farsi. Sta di fatto che la sua decisione spariglierà non poco le carte del centrosinistra. Basti pensare che si era ipotizzata la sua rinuncia a gareggiare per la leadership dell’alleanza per non danneggiare Bersani, già abbastanza infastidito dalla sfida con Renzi. Ora, quindi, che succede? Lo abbiamo chiesto a Peppino Caldarola.



Cosa emerge dall’annuncio dei Vendola? A questo punto è chiaro che si ritiene parte del progetto. Dà, quindi, per scontata l’alleanza con il Pd. A prescindere, aggiungerei, da chi ne sarà la guida.

Crede che la sua candidatura potrebbe spostare gli equilibri a favore di Bersani o Renzi? Posto che Vendola è dato come terzo, molto dipende dal sistema elettorale che si adotterà per le primarie. Il doppio turno, sicuramente, gioverebbe a Bersani. Nell’ipotesi che nessuno dei candidati ottenga la maggioranza dei voti al primo turno, infatti, i voti di Vendola si riverserebbero, al secondo, su Bersani. Il turno unico, invece, potrebbe nuocergli. In molti gli potrebbero preferire Vendola, mentre i voti di Renzi resterebbero intatti. E’ pur vero che l’exploit del sindaco di Firenze potrebbe essere annacquato dalla circostanza di una platea di votanti più alta.



L’alleanza tra Pd e Sel allontana significativamente l’ipotesi del Monti bis? Assolutamente no. Non è per nulla escluso, infatti, che il risultato elettorale non sia così netto. Ci sarà un partito che prenderà più voti degli altri ma non abbastanza, verosimilmente, da costituire una maggioranza politica..

Eppure, Bersani ha fatto sapere che, se vince, governa Ovviamente, fino a quando le primarie non lo avranno incoronato leader del centrosinistra, non potrà certo esprimesi a favore del Monti bis; non si è mai visto che uno si candida alla guida di una coalizione sapendo che il premier, in caso di vittoria, lo farà qualcun altro altro. Sta di fatto che se il Pd dovesse prevalere sugli altri partiti senza essere nettamente più forte, si porrà il problema, a quel punto, di una maggioranza più ampia che garantisca di poter governare il Paese.



L’entrata di Sel nella coalizione potrebbe obbligare il Pd a modificare i propri contenuti programmatici, ovvero la sua carta d’intenti?

Come ha ribadito Renzi,il vincitore detta il programma. Se lo farà Bersani, avremo un programma montiamo corretto a sinistra; se lo fa Renzi, sarà più liberal; nell’ipotesi irrealistica che vinca Vendola, infine, sarebbe anti-montiano.

Vendola si accontenterà di adeguarsi senza mettere i bastoni tra le ruote al vincitore? La sua partecipazione alla primarie implica questa conseguenza. Sarebbe anomalo partecipare ad un campionato e contestarne la legittimità una volta maturata la sconfitta.

Crede che i cattolici del Pd, a questo punto, possano restare nel partito coerentemente con i propri valori? L’area che fa riferimento a Letta ha fatto sapere che voterà per Bersani, ma ha anche molti punti in contatto con Renzi; quella che, invece, fa riferimento a Fioroni – anch’essa voterà per Bersani – ha molti punti di contatto con Casini. Non mi sembra, quindi, che Vendola rappresenti il primo dubbio dei cattolici democratici.

E Di Pietro, cosa farà? Congratulandosi con Vendola per la sua candidatura, ha confermato, per l’ennesima volta, il fatto che è fuori dalla coalizione. Rischia, oltretutto, di restare fuori anche dal Parlamento. Stritolato da un Beppe Grillo che rosica il suo elettorato e un Pd che lo indica come alleato inaffidabile, non godrà neppure dell’abbassamento della soglia di sbarramento concessa a chi compete all’interno di una coalizione.

Il ragionamento vale se la legge elettorale resta la stessa Il che è molto probabile. Benché ci sia ancora qualche settimana di tempo per riformarla, assistiamo ad una sorta di congiura oggettiva affinché tutto resti invariato. Gran parte dei partiti preferiscono mantenere il Porcellum, non fosse altro per il fatto che gli garantirebbe  forze parlamentari omogenee alle leadership.

Come reagirà il centro-destra alla candidatura del presidente dei Sel? Tutti si aspettano una reazione mentre si assiste ad un ulteriore sfarinamento: al centro, ci troviamo con questo improbabile coagulo costituito da Casini, Fini e Montezemolo; Berlusconi,dal canto suo, non ha ancora optato per quella soluzione che il suo stesso mondo di riferimento si attende, ovvero la rinuncia in favore di qualcun altro. Il centrodestra, in sostanza, si trova nelle stesse condizioni in cui si trovava prima che Berlusconi scendesse in campo: nella più totale confusione.

 

(Paolo Nessi)

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