Si sono separati nel 2008. Dopo l’iniziale indifferenza, il Pdl è tornato suoi passi, iniziando a corteggiare, con sempre maggiore insistenza l’Udc. Che, oramai, fa sempre più la preziosa. Ma i rapporti tra i due, a dire il vero, non si sono mai interrotti. Tanto che si racconta di un incontro segreto tra Alfano e Casini, in un hotel di Bucarest, dove si trovavano in occasione del congresso del Ppe, per discutere – pare per l’ennesima volta – di un eventuale ritorno alla coalizione di un tempo. Di quell’incontro segreto, Paolo Cirino Pomicino dice di non avere informazioni. Tuttavia, conosce bene entrambi i partiti e i suoi protagonisti. E, da democristiano di lungo corso, ci illustra la strategia attraverso cui è possibile far rinascere l’alleanza.



Crede che ci siano ancora margini di manovra perché Pdl e Udc possano trovarsi nella stessa coalizione?

Il recupero di un rapporto tra il Pdl e l’Udc non può che essere condizionato da un processo in corso che consiste nella modifica del volto e della cultura del Pdl. Ovvero, se il partito continuerà a identificarsi con la Santanché, non se ne parla. Se, al contrario, un gruppo dirigente liberale, democratico e cristiano, che può andare da Alfano a Pisano, da Martino a Quagliarello, tanto per dirne alcuni, riuscirà a impostare una nuova linea e a prendere il sopravvento, direi che l’accordo è nell’ordine naturale delle cose. Purtroppo, a oggi, il Pdl ha assunto il profilo di Berlusconi, e, di volta in volta, ha disposto di una serie di “urlatrici”.



Lei crede realmente che la Santanchè detti la linea?

Guardi, non mi spaventa tanto quello che dice la Santanché quanto l’assistere alla totale assenza di iniziativa politica da parte di persone come Fitto, Cicchitto, Sacconi, Brunetta o i suddetti. Stanno fermi. Aspettando Godot.

Perché stanno fermi? Forse, il passo indietro di Berlusconi non è così effettivo come lui vorrebbe lasciare intendere?

Senta, in politica nessuno regala mai niente. Se queste persone aspettano che Berlusconi faccia realmente un passo indietro di sua spontanea volontà, si arriverà a elezioni nella più assoluta incertezza.  



Quindi?

Alfano potrebbe giocarsi una carta vincente: la possibile vittoria alle elezioni siciliane. A quel punto, dovrebbe raccogliere la parte migliore della dirigenza del Pdl, imponendo una svolta della linea complessiva: il Pdl non dovrà più essere un partito personale, privo di democrazia interna e che recluta, talvolta, il personale politico nel modo in cui tutti conosciamo. Dovrà mettere a tema, inoltre, l’unione delle due formazioni che aderiscono al Partito popolare europeo.

Resta pur sempre l’ingombrante presenza di Berlusconi. Che alternative ci sono al “parricidio” politico?

Il parricidio politico è pur sempre un elemento delle culture politiche violente. Nella cultura democristiana, si preferisce parlare del superamento della leadership. La Dc, infatti, non ha mai espulso né ucciso politicamente nessuno.

Per superare Berlusconi non basta ignorarlo…

E’ sufficiente che, negli organismi in cui gli esponenti del Pdl si riuniscono, venga formulato un ordine del giorno in cui si definisca un gruppo di persone meritevoli, dotate di consenso elettorale a livello regionale,  e che condividano una nuova linea politica, sul fronte interno, su quello nazionale e su quello internazionale. Nuovi contenuti politici, sanciti in un documento. Questo si può fare anche a prescindere da come andranno le elezioni siciliane. 

E se Berlusconi non si dovesse adeguare alla nuova linea?

Si va a colpi di maggioranza. Se i fautori della nuova linea dovessero perdere, sarebbero, quantomeno, una minoranza autorevole in grado di impostare un dibattito.

Il suo ragionamento fila. Ma i personaggi che lei ha citato avranno il coraggio di agire in tal senso?

O trovano il coraggio, o morirà Sansone con tutti i Filestei. Non escludo che le gravi e confuse circostanze in cui si trova il Pdl possa far superare loro l’oggettivo disagio in cui effettivamente si trovano.

Dalla Lombardia sembra che stia procedendo la ricostruzione dell’alleanza tra il Pdl e la Lega. Crede che l’Udc accetterebbe di trovarsi in una coalizione con il Carroccio?

L’Udc ha governato con Berlusconi e la Lega per anni. Non mi pare che, da questo punto di vista, ci siano molti problemi.

 

 

(Paolo Nessi)