La rivoluzione Pdl è ormai pronta a cominciare. Angelino Alfano, a Norcia per il convegno dell’associazione Magna Carta, ha annunciato i prossimi radicali cambiamenti all’interno del partito e in tutto il centrodestra. Si parte dal ricambio generazionale, “elementi politici di grande livello che andranno a rafforzare i contenuti”, per poi continuare con una nuova coalizione aperta a tutti, verso una “costituente dei moderati come luogo dove far emergere i contenuti”, ha spiegato Alfano accogliendo positivamente la recente proposta di Schifani. “Mettiamo insieme l’area alternativa alla sinistra, questo è il compito che svolgerò nel tempo che avrò a disposizione, contribuire alla costruzione del centrodestra italiano”, ha aggiunto. IlSussidiario.net analizza l’attuale situazione con l’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan.



Cominciamo da Alfano e Berlusconi: vede un rapporto ancora ben saldo?

Credo che in questi giorni si stia parlando troppo di questo argomento senza un valido motivo. Personalmente tra i due non ho visto alcun tipo di tensione, fatta eccezione per una ovvia sofferenza di Alfano a causa di un certo immobilismo da parte di Berlusconi. Ma è ovvio, perché al momento Alfano si ritrova tra le mani un partito di cui è responsabile che è sostanzialmente fermo. E’ quindi chiaro che è assolutamente necessario fare qualcosa.



Da cosa dovrebbe ripartire il Pdl?

Innanzitutto da un programma valido, come quelli che hanno permesso di vincere in passato, ma è poi necessario trovare persone che possano renderlo credibile. E’ forse proprio questo l’aspetto più difficile, ma è arrivato il momento di spiegare alla gente come mai non siamo riusciti a fare quello che avevamo promesso.

Alfano sta per annunciare una squadra composta da “elementi politici di grande livello”. Cosa ne pensa?

Da quanto ha detto Alfano mi sembra ovvio che stiamo parlando di elementi nuovi, volti diversi di cui il Pdl ha assolutamente bisogno. Non bisogna rottamare solo per il gusto di farlo, ma è necessario dare un segnale di ritrovato entusiasmo e proporre nuove idee e progetti. E’ cambiata una generazione, molti di coloro che oggi votano non erano neanche nati nel 1994, eppure il Pdl si tiene stretto gli stessi nomi di sempre. 



Crede che il primo strappo debba avvenire proprio con Berlusconi?

Assolutamente no. Sono dell’idea che sia necessario sostituire il “vecchio” con qualcosa di migliore, ma francamente al momento non vedo nessuno meglio di Berlusconi. Non è ancora chiaro cosa voglia fare, è vero, ma questo non vuol dire che debba essere lui a far ripartire il Pdl.

Cosa intende?

Proprio perché Berlusconi è il più capace, dovrebbe lasciare questo Pdl e creare qualcosa di nuovo, una nuova squadra da cui rinascere veramente. L’operazione di rinnovamento del partito non è affatto semplice e ovviamente non è possibile pensare che la maggior parte dei protagonisti di oggi decidano tutto a un tratto di dimettersi. Il Pdl è un marchio glorioso che ha vissuto grandi successi ma, se fosse stata un’azienda, davanti a questi risultati si sarebbero dovuti licenziare tutti. Per questo dico che Berlusconi dovrebbe lasciare l’attuale partito agli attuali protagonisti e andare avanti con qualcosa di veramente nuovo.

Quali sono le maggiori cause che hanno causato il tracollo del Pdl?

Questa è una bella domanda che il partito avrebbe dovuto porsi molto tempo fa, quando era il momento opportuno. Non è stato fatto e ci si è continuati a nascondere dietro parziali e deboli soddisfazioni, eppure nel momento della sconfitta nessuno ha capito che era il momento di fermarsi e capirne i motivi. La prima causa è senza dubbio quella di non aver mantenuto le promesse fatte agli elettori, dalla rivoluzione liberale ai ministeri al Nord e così via. Bisogna però riconoscere che il partito ha cominciato a perdere il giorno delle Regionali, dopo il quale ha fatto finta di niente. Per questo credo che solo Berlusconi possa, nel modo che ho descritto, cambiare veramente l’attuale situazione.

 

(Claudio Perlini)