Si vota oggi in Sicilia per il nuovo governo regionale, dopo le ben note vicende che hanno travolto la giunta del governatore Lombardo. Ovviamente c’è grande attesa visto che la Sicilia è non solo una grande regione, ma siamo anche davanti al primo di una serie di voti regionali (seguiranno Lombardia e Lazio) prima delle elezioni nazionali di aprile. Un modo dunque per tastare il polso dell’elettorato italiano e fornire indicazioni precise ai partiti. Secondo Peppino Caldarola, intervistato da Ilsussidiario.net, “quello siciliano non dovrebbe essere un voto che incida più di tanto sul quadro nazionale, se non per l’incognita Beppe Grillo”. I sondaggi delle ultime ore infatti danno il Movimento 5 Stelle, al suo esordio siciliano, grande favorito a sorpresa: “Se ci trovassimo davanti all’eventuale primo posto di Grillo, si creerebbe un effetto a catena sul quadro nazionale che farebbe tremare i partiti”.



Cosa ci potrà dire il voto siciliano? Avrà effetti a livello nazionale o è un voto troppo locale per averne? 

Sono due i risultati particolari che ci possono interessare a livello nazionale. Il primo è quello che riguarda Musumeci perché può aiutarci a capire se c’è un punto di resistenza del centro destra. E poi il risultato di valore un po’ più clamoroso sarebbe la conferma o la smentita di questi sondaggi favorevoli a Grillo.



Che lo danno in ottima posizione, in effetti.

Certo, perché se in poche settimane Beppe Grillo è riuscito davvero a raccogliere quello che i sondaggi dicono sia nelle sue possibilità, è chiaro che bisogna considerare l’ipotesi che Grillo a livello nazionale stia effettivamente tra il Pd e davanti al Pdl, cioè il secondo partito nazionale.

E’ una incognita che ci terrà dunque con il fiato sospeso fino a quando non usciranno i risultati.

Se ci trovassimo davanti all’eventuale primo posto di Grillo, si creerebbe un effetto a catena sul quadro nazionale che farebbe tremare i partiti.



In effetti i due leader di centro sinistra e di centro destra sembrano aver lanciato segnali di apertura verso Grillo negli ultimi giorni. Lei li ha colti questi segnali?

L’apertura verso Grillo nasce probabilmente dal fatto che tutti si rendono conto che lui disporrà di una forte quantità di seggi nel parlamento siciliano e quindi per far passare i provvedimenti bisognerà per forza di cose trattare con lui.

Dunque c’è una apertura.

 

L’apertura c’è e in questo senso è dettata da una necessità. Bisognerà vedere se a questa apertura corrisponderà anche una apertura da parte di Grillo che finora sembra proprio non essere interessato.

 

Pd e Udc vanno insieme, Sel e Idv per conto loro. Una anomalia tutta siciliana rispetto a quanto succede a livello nazionale?


Sì, è una particolarità siciliana perché è abbastanza singolare che Sel e Pd uniti a livello nazionale invece in Sicilia marcino divisi. Probabilmente questa divisione rafforzerà il probabile successo di Musumeci e di Grillo mentre svantaggerà soprattutto Crocetta  e il centro sinistra.

 

 Miccichè dice di essere l’unico a rappresentare in queste elezioni i siciliani, che ne pensa?

 

Non riesco a valutare il suo fenomeno onestamente. Di tutti loro è quello che ha alle spalle alcuni successi anche clamorosi ricordiamoci le prime elezioni berlusconiane in Sicilia. La sua mi sembra una stella calante però questo la dice lunga di come il voto siciliano manifesti davvero molte incognite. Ci sono davvero tante incognite.

 

Alfano sembra preoccuparsi del suo destino di possibile candidato alle primarie del Pdl in caso di una sconfitta in Sicilia.

 

No io penso che il problema del Pdl sia altrove. Certo di fronte a una debacle siciliana sarebbe ovviamente accelerato perché la Sicilia è regione troppo importante perché il risultato non lasci conseguenze sul Pdl. Però i problemi di Alfano e del Pdl precedono e susseguono il voto siciliano soprattutto oggi che siamo davanti all’interpretazione di quello che sta decidendo di fare Berlusconi. Il problema della Sicilia per Alfano mi sembra davvero che venga dopo ben altri problemi.