Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, ha concesso oggi una lunga intervista a Sky Tg 24 nel corso del programma condotto da Maria Latella. Renzi ha parlato a tutto campo, dalla situazione del suo partito a Silvio Berlusconi, alla crisi economica e come batterla. A proposito del Pd, ha detto che il 95% della dirigenza del suo partito sia schierata contro di lui: la sua scommessa, ha detto, è dimostrare invece che la base del partito è dalla sua parte. Un libro nuovo, ha aggiunto, non può essere scritto con autori vecchi. In caso di sua vittoria, ha precisato, non è sua intenzione dare dei ministeri a personaggi come Rosy Bindi o Fioroni. Questo per far intendere la sua intenzione di eliminare quella classe dirigente del Pd che appunto non lo gradirebbe. A proposito di Silvio Berlusconi e delle sue recenti dichiarazioni in cui ha detto prima di ritirarsi dalla politica, poi di voler di nuovo scendere in campo e quindi nuovamente di non volersi candidare, lo ha definito simile allo sperda: è altalenante allo stesso modo, ha detto. “Dopo 18 anni di berlusconismo questo Paese ha bisogno di parlare d’altro. Vorrei che le primarie del Pd parlassero dei problemi concreti del paese altrimenti ricadiamo negli errori del passato” ha spiegato. In questo senso Renzi incolpa anche D’Alema, con cui recentemente c’è stata una polemica anche piuttosto forte a proposito di rottamazione. Se siamo a questo punto, ha detto, la colpa non è solo di Berlusconi: “Non si può avere sempre l’alibi di Berlusconi; rassicurerei D’Alema, se c’è una invasione alle primarie e non si vota un candidato che lui preferisce non significa allora che sia una spia del nemico: possono votare anche quello che lui non preferisce ed essere genuini”. Del suo programma che in molti contestano perché non avrebbe molti contenuti, ha detto invece che è un programma che suscita interesse. La sua candidatura, ha detto ancora, è l’unica che potrebbe scardinare il sistema, visto che esiste un blocco sostanziale al di là degli aspetti tecnici. Da trent’anni, ha detto, si va avanti con le stesse idee a proposito di riforme, oggi la burocrazia blocca tutto.
Infine una stoccata anche verso i moderati e cioè il possibile tandem Montezemolo-Casini: “Non sarà certamente questo che porterà ad una fase di innovazione”.