Rosario Crocetta, candidato alla Regione Sicilia per il Partito democratico e l’Udc, risulta ancora in testa dopo che sono state scrutinate 3.401 sezioni sulle 5.308 totali, pari a 1.224.986 voti validi su 2,2 milioni di votanti. L’ex sindaco di Gela ha infatti ottenuto il 31% dei voti, seguito da Nello Musumeci, candidato del Popolo delle libertà e La Destra, con il 24,9%, Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle con il 18,4% e Gianfranco Micchiché, di Grande Sud e Mpa, con il 15,1%. Ovviamente diverse le reazioni dei vari leader politici fino a questo momento: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, si è detto soddisfatto del risultato ottenuto fino ad ora e, a margine di una conferenza a Prato, ha dichiarato che “se il risultato sarà quello che si sta delineando fin qui, per noi si tratta di risultati storici”. Secondo Bersani, adesso “tocca a Rosario Crocetta, e a chi lo ha sostenuto, interpretare con forza l’esigenza di cambiamento che è venuta dall’elettorato siciliano”.
Il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa si dice invece convinto del fatto che il risultato elettorale in Sicilia “non dovrebbe pesare su Angelino Alfano, poi certo si può strumentalizzare tutto”. Parlando dell’attuale vantaggio di Crocetta, La Russa ha spiegato che, per ottenerlo, il candidato di Pd e Udc “ha dovuto stringere un’alleanza con il partito di Casini che non è la stessa a livello nazionale. Senza il 10% di Casini Crocetta sarebbe rimasto al di sotto”. Anche il giornalista Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto Quotidiano, spiega a IlSussidiario.net che «il Pd vince alleato con i moderati e non con la sinistra, quindi come dice Bersani si può anche parlare di risultato storico ma lo consegue con un’alleanza che è l’esatto contrario di quella che il Pd porta avanti a livello nazionale insieme a Vendola». D’Esposito analizza poi l’ottimo risultato raggiunto fino a questo momento dal candidato del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri: “Questo dato – ci spiega – mostra chiaramente che anche a livello nazionale il M5S potrebbe addirittura sfondare quota 20%. In Sicilia è in corso una rivoluzione che parte da Grillo e che non sappiamo ancora con quali numeri potrà rivelarsi anche a livello nazionale, naturalmente all’interno di un quadro di astensionismo e di sfiducia generale». Il terzo aspetto rilevante che emerge da queste elezioni regionali i cui risultati si vanno oramai delineando, ci spiega D’Esposito, «è il crollo del Pdl. Per quanto i vari esponenti possano adesso tentare di attutire il colpo, non c’è molto da dire: la Sicilia era il granaio dei voti centristi e berlusconiani, la Regione del famoso 61 a 0, mentre oggi il Pdl è sceso a una percentuale davvero sorprendente, senza contare il fatto che stiamo parlando della terra d’origine dello stesso Alfano, segretario politico del partito». Sulla base dei risultati elettorali registrati fino ad ora, Fabrizio D’Esposito dedica un’ulteriore osservazione al quadro attuale e a quella che definisce una “rivoluzione siciliana”: «Credo che con questo scenario sarà facile ipotizzare un’accelerazione delle elezioni anticipate tra gennaio e febbraio. Ho questa sensazione perché sono dell’idea che un quadro politico come quello attuale difficilmente potrà reggere fino ad aprile».
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