Nelle ore concitate del dopo voto siciliano che ha visto il crollo rovinoso del Pdl, il segretario Alfano ha trovato la forza di confermare le primarie di partito. Si terranno, come aveva detto nei giorni scorsi Berlusconi, il 16 dicembre. Sempre ieri Alfano aveva detto che era sua intenzione candidarsi mentre, come sappiamo, Silvio Berlusconi ha poi definitivamente rinunciato a candidarsi nonostante un ripensamento all’indomani della condanna subita nel processo per i diritti televisivi Mediaset. Questa mattina i dirigenti massimi del partito si sono riuniti per definire le regole da tenersi in occasione appunto delle primarie. Erano presenti tra gli altri Daniela Santanchè, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, Renata Polverini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Di questi, l’unico che ha già annunciato la sua intenzione di candidarsi è Daniela Santanchè mentre Alemanno ha declinato la proposta. E’ stato poi Roberto Formigoni usando il suo mezzo di comunicazione preferito e cioè twitter, ad accennare alle regole che verranno seguite in dette primarie. Intanto saranno di partito e non di coalizione: chi vincerà insomma sarà esclusivamente il segretario del Pdl: “saranno primarie di partito e non di coalizione e saranno per la scelta del candidato premier e non per la scelta del leader di partito”. Chi vorrà candidarsi dovrà riuscire a ottenere 10mila firme di sostegno alla sua candidatura. I candidati dovranno ottenere cioè almeno 2mila firme in almeno cinque regioni per arrivare a un totale di 10mila. Regole anche per chi si recherà a votare: dovrà versare un contributo che dovrebbe essere di 2 euro e sottoscrivere un documento di valori di appartenenza a quella specifica area politica. Formigoni ha poi detto che ci sarà un solo vincitore e sarà quello che otterrà più voti. “Il vincitore non deve andare sotto una soglia minima che dobbiamo ancora decidere, ma che potrebbe essere del 30-40% altrimenti si andrà al secondo turno”. Della sua possibilità di candidarsi Formigoni ha detto che non ha ancora deciso. lo farà, ha spiegato, se sarà utile al Pdl.
Di Alfano candidato ha invece detto che se dovesse vincere si porrebbe allora un problema: si risolverà, ha detto, decidendo se farà il segretario o il candidato premier. Insomma, potrebbe anche dimettersi dal suo ruolo di segretario. “E’ chiaro che se vince Alfano dovrà lasciare l’incarico da segretario. Non ne abbiamo parlato, ma vale questa logica” ha concluso.