Dopo il caso riguardante Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano che denunciava un “problema di democrazia” all’interno del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo punta nuovamente il dito contro i “dissidenti” del partito. Stavolta a finire sotto accusa è Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna, che ieri sera ha accettato di partecipare a Ballarò, la trasmissione di approfondimento politico condotta da Giovanni Floris su Rai Tre. Il leader del M5S non ci sta e oggi pubblica un nuovo durissimo post sul proprio blog personale, intitolato “Il talk show ti uccide, digli di smettere”. Beppe Grillo esordisce addirittura con un paragone sessuale: “Il punto G, quello che ti dà l’orgasmo nei salotti dei talk show. L’atteso quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l’emozione di un’effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità. Seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate. Soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo alla morbosa attenzione di cameraman che ti inquadrano implacabili se annuisci quando enuncia le sue soluzioni un qualunquemente str…”. Lì, continua Grillo riferendosi ovviamente all’esponente del Movimento di turno che sceglie di intervenire in televisione, “in una gabbia di un circo, come su un trespolo, muto per ore, povera presenza rituale di cui si vuole solo lo scalpo, macellato come un agnello masochista, rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti. Pretoriani dell’informazione il cui unico compito è perpetuare l’esistenza del Sistema attraverso l’ultimo strumento di mesmerismo mediatico rimastogli: la televisione”. In questo modo, commenta ancora Grillo, “lo share del programma aumenta, tutto merito tuo, trattato e esibito come un trofeo, come un alieno, una bestia rara”, ma contemporaneamente “diminuisce il consenso per il Movimento a cui appartieni o dici di appartenere. Chi non conosce nulla del MoVimento e segue il talk show, dopo il morbido e avvolgente abbraccio televisivo al quale ti sei consegnato volontariamente (con voluttà?) opta per il meno peggio e quello non sei mai tu, ma è sempre un altro, quello che sa vendere le sue menzogne (è il suo mestiere), che ha parlato per un’ora mai interrotto da chi gestisce il talk show, quello che nessuno ha mai contraddetto”. 



E conclude: “Attoniti, gli attivisti, vedono i voti guadagnati con fatica nei banchetti nei fine settimana volare nel vento, fluire in un secchio bucato, e pensano ai mille video caricati sulla Rete, alle dirette streaming tenute in piedi a forza di volontà per mancanza di connessione, conoscono sulla loro pelle la difficoltà di spiegare a persone ormai deluse e incredule che il MoVimento 5 Stelle è altro dai partiti, che non prende rimborsi elettorali, che taglia gli stipendi degli eletti, che non partecipa alle elezioni provinciali per coerenza, che vuole il rispetto dell’esito dei referendum, eccetera, eccetera. A volte non ci resta che piangere”.

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