Dove va il centrodestra? E’ quanto si chiedono in molti, alla luce di un Silvio Berlusconi che rimane muto sul suo futuro politico, se cioè candidarsi o no, e degli interventi di autorevoli esponenti del Pdl che chiedono al fondatore che si faccia da parte una volta per tutte. Rottamatori anche qui? Secondo il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, intervistato da Ilsussidiario.net, il Pdl si è già rottamato da solo con l’atteggiamento sconsiderato di molti suoi dirigenti, che non esita a definire “incapaci”. “Oggi nel centrodestra” dice Belpietro “c’è una crisi di identità sconfinata, ma il problema non sono soltanto le persone, il problema è che mancano le proposte concrete. C’è un evidente problema di identità in cui la confusione regna sovrana”. A questo punto, aggiunge Belpietro, l’ipotesi che Berlusconi stia osservando l’evolversi della situazione per poi fare un’alleanza con qualcuno per sostenere il Monti bis è decisamente plausibile.



Direttore, ha senso parlare di rottamatori del Pdl in azione?

No, non ha senso parlare di rottamatori, avrebbe senso parlare di rifondatori. Il centrodestra si è già rottamato da solo e non ha bisogno di alcun aiuto in questo senso.

Cosa intende per rifondatori?

C’è bisogno di reinventarsi un centro destra, possibilmente di fondarne uno nuovo con un serio divieto a far rientrare quelli che hanno contribuito a rottamare questo partito.



Il caso Lazio è il punto più basso della crisi di questa politica?

Il caso Lazio è il più eclatante. Hanno fatto cose di una sguaiataggine e di una cafonaggine senza pari, ma anche altrove non è che si stia benissimo. Basti pensare al Piemonte, dove diversi consiglieri si sono fatti riprendere in attività poco edificanti. Magari non si sono fatti la villa o il suv con i soldi destinati all’attività politica, ma certo non hanno dato grande spettacolo di sé. E’ una classe dirigente, quella del Pdl, fatta da incapaci.

Si può dire che il partito che metteva insieme anime diverse come An e Forza Italia non esista più?



Il Pdl inteso come comunione di due anime è finito. Se poi qualcuno pensa di rilanciare la destra in Italia si faccia avanti con chiarezza e dica cosa vuole fare. Lo stesso dovrebbero fare quelli che sono espressione di un’area più moderata, intendo quella cattolica, ma anche socialista. Non dimentichiamoci infatti che in Forza Italia c’erano anche loro, i socialisti. Ma tutti e due, destra e moderati, devono presentare un programma e dire cosa fare.

Secondo lei è proprio questo che manca oggi, una proposta di programma? 

Io non ho capito cosa vogliano fare tutti questi che si lamentano, perché oltre a dire: cambiamo cambiamo, non spiegano né come né cos’è oggi il centro destra. Non è solo un problema di rottamazione di un gruppo dirigente che ripeto si è rottamato da solo, ma anche un problema di identità.
 

Identità perduta una volta per tutte?

Ci dicano cosa vogliono fare e quale è il loro obiettivo. Vogliono sostenere un Monti bis? Si accomodino, non c’è mica bisogno di rifondare niente. Si mettano con Casini e Fini e qualcun altro, oppure presentino una proposta alternativa rispetto all’agenda Monti. In tal caso vorrei che rispondessero a questo: che agenda hanno in mente loro? Non c’è solo un problema di persone, c’è un problema di contenuti. La confusione è tanta, regna sovrana e certo non aiuta a far ritrovare entusiasmo agli elettori, i quali non a caso, in larghissima parte, manifestano l’intenzione di non andare a votare.

 

Secondo lei il silenzio di Silvio Berlusconi sulla sua candidatura può nascondere l’idea di un sostegno al Monti bis?

 

E’ possibile. Berlusconi che costa facendo? Si tiene le mani libere in tutti i campi e in tutti i sensi perché pensa di poter decidere soltanto quando ha tutti gli elementi.

 

Di quali elementi sta parlando?

 

Innanzitutto la nuova legge elettorale, che a seconda di come venisse fuori potrebbe anche agevolarlo. Potrebbe così decidere di tornare in pista non dico per contendere la vittoria, ma per garantire un ruolo di al centro destra.

 

Invece?

 

Se la legge non fosse favorevole, Berlusconi potrebbe decidere molto più banalmente di trovare un’allenza con qualcuno per sostenere Monti. Berlusconi aspetta di giocare fino all’ultimo, come ha sempre fatto. Poi, quando bisognerà chiudere le liste elettorali perché si sarà capito quale sarà la legge con cui si vota, farà la sua scelta.