L’azzeramento del Pdl è un’ipotesi che non si può più derubricare a gossip politico. Se le voci sulle intenzioni di Berlusconi di rifondare la creatura da lui stesso creata si stavano facevano da tempo più insistenti, oggi sono gli stessi esponenti del partito ad ammettere che sì, effettivamente, le intenzioni sono quelle. Via il nome e il simbolo, anzitutto. Tutto il resto, è ancora da capire: dalla leadership, al programma, da chi ne farà parte alle nuove regole interne. Alfredo Mantovano, onorevole del Pdl, ci aiuta a fare chiarezza sui passi che il Pdl dovrà compiere per rinnovarsi.
Secondo lei, in cosa dovrà consistere la rifondazione?
Credo che sia necessario un totale cambiamento. Un azzeramento vero e proprio che metta da parte la forma assunta da questo partito negli anni e che ha rappresentato, sostanzialmente, un fallimento. Non deve, invece, fallire il progetto unitario del centrodestra. Ovvero, la possibilità di offrire una rappresentanza credibile e capace ad un elettorato che continua ad esserci. E che, finora, non è passato dall’altra parte ma, semplicemente, sta ingrossando le fila del non voto.
Quali sono i motivi della crisi del partito?
Di sicuro, la cosiddetta questione morale sta svolgendo un ruolo estremamente significativo. Ad essa si aggiunge la chiusura in se stesso del partito. Si è ritenuto che fosse sufficiente celebrare i congressi e fare i tesseramenti senza preservare un legame stretto con la realtà e le sue articolazioni sociali. Il che ha determinato l’incapacità di individuare proposte per i problemi della vita quotidiana degli italiani.
Cosa bisogna fare per arginare la degenerazione morale?
Occorre evitare, ad esempio, che i gruppi regionali abbiano tante e tali risorse e possano disporne senza rendere conto del loro utilizzo. Qualcosa, già in passato era stato fatto. Erano state varate delle norme, nella manovra estiva del 2011, sul ridimensionamento dei consigli regionali e di altri enti territoriali, sulla limitazione dei compensi e sulla loro corresponsione in proporzione alle presenze eccessive. Dopo di che, la Corte costituzionale è stata invasa da ricorsi di praticamente tutte le Regioni. Il che ha invalidato la riforma. Oggi li governo, di fatto, realizza un commissariamento dopo che le Regioni hanno rifiutato di fare quanto la legge già aveva disposto.
Non crede che gli scandali recenti siano solo la punta dell’iceberg? La Corte dei conti. Infatti, ha certificato l’esistenza 60 miliardi di spesa pubblica inficiati da corruzione nelle voci relative ad acquisti, fondi perduti ed ex municipalizzate
Di certo, i festini colpiscono e disgustano per le la forza evocativa della immagini a cui abbiamo assistito. Effettivamente, tuttavia, rappresentano solo una parte del problema. La punta di un iceberg costituito da un ingombrante presenza dello Stato in settori che potrebbero tranquillamente funzionare de sé.
Come andrebbero rinnovati i contenuti programmatici?
Occorre essere il più possibile agganciati alla realtà. Smettendola, anzitutto, di pensare alle scissioni o ai congressi, ma puntando l’attenzione sulle esigenze concrete dei cittadini. Per intenderci, sul fronte del lavoro, è perfettamente inutile continuare con lo stucchevole dibattito sull’Ilva, rispetto alla prevalenza della salute o dell’occupazione: c’è uno stabilimento che sta per chiudere; che si assumano iniziative concrete affinché si esca fuori con il minor danno possibile.
Come andrebbero impostati, invece, i rapporti con l’Europa?
Anche qui occorre essere realistici: Monti sta giocando una partita cruciale che ha per oggetto quanto debba essere limitata la sovranità nazionale dei singoli Stati. Se da un lato ha ottenuto il Fondo salva Stati, dall’altro sta facendo l’impossibile perché l’Italia eviti di farne richiesta; questo, infatti, significherebbe farsi governare completamente da Bruxelles o Francoforte. A fronte di questa situazione, non possiamo cadere in facili slogan quali l’uscita dall’euro, ma sostenere Monti nel suo impegno.
Il nuovo Pdl potrebbe invocare esplicitamente il Monti bis?
Se nel 2013 ci sarà ancora un debito pubblico così elevato, spread alle stelle e ingenti interessi da pagare sui nostri titoli di Stato, non potremmo di certo dire agli italiani che per un anno e mezzo abbiamo scherzato, invalidando i loro sacrifici. Sarà necessaria, quindi, una prosecuzione sostanziale della politiche dell’attuale governo, modificandone le tante cose sbagliate, quali la vicenda degli esodati. Se sarà Monti o un altro a governare, senza ancora sapere quale sarà la legge elettorale o i partiti che competeranno, non è possibile dirlo.
Mario Mauro pensa che Berlusconi abbia esaurito la sua carica e che se il leader sarà ancora lui il centrodestra è da considerarsi un’esperienza conclusa. E’ d’accordo?
Diciamo, anzitutto, che negli ultimi vent’anni Berlusconi è stato il centrodestra. Non è che adesso possiamo dirgli, semplicemente, grazie e arrivederci. Detto questo, lui è il primo a parlare di azzeramento totale. “Totale” vorrà pur significare qualcosa.
Quindi?
Credo che come nel 1994 ci fu una costruzione faticosa del centrodestra grazie ad una persona non proveniente dalla politica, oggi dovrà avvenire qualcosa di analogo. Dovremo, quindi, tenere le antenne puntate per intercettare quella figura che ha saputo distinguersi per capacità professionali e che, al contempo, sappia dare nuovo slancio alla politica del centrodestra.
(Paolo Nessi)