“Per unire il centrodestra, Silvio Berlusconi è pronto a non ricandidarsi”. A dirlo è il segretario del Pdl, Angelino Alfano, durante la presentazione dell’ultimo libro dell’esponente dell’Udc Ferdinando Adornato a cui hanno partecipato anche Pier Ferdinando Casini ed Enrico Letta. “Abbiamo il compito di ricostruire il centrodestra italiano”, ha aggiunto Alfano, sottolineando che “se ne avremo le forze, la sinistra non andrà al governo e avremo uno Stato più leggero e meno tasse”, altrimenti “con la sinistra al governo avremo uno Stato più pesante e più tasse”. Secondo il segretario del Pdl occorre dunque “un gesto di visione e generosità degli altri protagonisti storici del centrodestra per non consegnare il governo alla sinistra” e, rivolgendosi direttamente al leader Udc, ha detto che “se Berlusconi non si ricandida, tu Casini sei chiamato a fare una scelta: hai il dovere di unire l’area dei moderati alternativa alla sinistra”. La risposta di Casini giunge poco dopo: “Mi auguro che i fatti dimostrino che quel che ha detto Alfano sia vero”, ha detto, ma “gli italiani sono abituati alle giravolte di Berlusconi. Accettare le sfide è doveroso ma non cedere agli inganni lo è altrettanto”. Il leader Udc ammette poi di non essersi mai sottratto “alle sfide nella mia vita politica”, mentre “agli inganni ho cercato di sottrarmi”. Poiché nel Pdl si è passati da Alfano alle primarie, “e poi a Berlusconi e a Berlusconi che si ritira”, Casini risponde: “Vediamo dove si arresta la palla. Io penso che in politica i problemi dei nomi siano secondi rispetto ai contenuti. Qui c’è un problema di sostanza non di persone”. Oggi, ha spiegato ancora il numero uno dell’Udc, “qualsiasi processo di aggregazione dei moderati deve partire da un atto di umiltà, serve una riflessione autocritica sul perché una esperienza politica è finita e centro parlamentari della maggioranza sono andati via”. Casini dunque si chiede: “Se il Pdl fa un appello ai moderati significa che cerca di allargare il suo spazio elettorale o si pone realmente un problema di aggregazione che parte da un processo autocritico di come si è governato in questi 20 anni? Oggi qualunque processo di aggregazione dei moderati deve nascere sulla base della verità. Qui, si sta facendo una riflessione autocritica nel Pdl e sul perché questa esperienza è finita? Perché Fini ha tradito? No, non è stato questo il problema, non c’è stato nessun tradimento, anzi va visto a parti invertite”. 

“Angelino – ha poi detto rivolgendosi ad Alfano – ti sei dimenticato di Monti che non è un incidente di percorso. Monti non appartiene a nessuno, eppure c’è per volontà di tutti noi. È un’anomalia da risolvere o bisogna ripartire dai contenuti dell’agenda Monti? È questo il macigno che vale non solo per il Pdl, ma anche per la sinistra”.