Il percorso delle riforme, la nuova credibilità assunta in ambito internazionale, la fiducia riguadagnata nei confronti dei mercati e delle istituzioni europee e internazionali rispetto alla nostra capacità di ossequiare il pagamento degli interessi sul nostro debito sovrano, rischia di essere messa in discussione a causa di un record negativo che ci fa tutt’altro che onore. Per quanto riguarda la classifica degli adempimenti in termini di ratifica delle norme europee, ci collochiamo al gradino in assoluto più basso della classifica. Addirittura, è il peggior risultato di sempre. Negli ultimi sei mesi abbiamo accumulato ritardi immani rispetto alla trasposizione delle norme comunitarie in materia di mercato interno, in particolare nel settore dell’ambiente e dei trasporti. Non solo. Come se non bastasse, nell’ambito di tale categoria, siamo anche riusciti a compiere il numero più alto di infrazioni. Che sono attualmente aperte e in corso. Si tratta del risultato emerso dal rapporto sul mercato interno. Ovvero, di di un documento che sancisce la virtuosità o meno dei membri dell’Europa a 27 circa la capacità di adempiere e tradurre in leggi nazionali le normative comunitarie. Secondo il rapporto, in particolare, l’Italia, «ha visto l’aumento più elevato del deficit di trasposizione» delle norme in materia di mercato unico, passando, nell’ultimo semestre, dal 2,1% al 2,4%. Il che ci fa guadagnare la maglia nera se sommato con i ritardi precedentemente accumulati. Come se non bastasse, siamo l’unico paese, oltre alla Slovenia, che non solo ha ridotto meno i ritardi degli altri, ma è pure riuscito ad aumentare quelli relativi alla necessità di trasformare in leggi dell’ordinamento italiano le direttive chiave. «L’Italia ha proseguito la tendenza al ribasso degli ultimi sei mesi, aggiungendo ulteriori ritardi, ottenendo quindi il peggior risultato di sempre», si legge nel documento che sottolinea come sia stato sforato il limite dei due anni di ritardo. In sostanza, anche in tal caso, per far fronte alla situazione e rimetterci in carreggiata potrebbero rendesi necessarie interventi del tutto eccezionali.



L’obiettivo dell’1% fissato per novembre, secondo la Commissione europea che ha stilato il rapporto, potrà essere raggiunto esclusivamente se si prenderanno in considerazione provvedimenti drastici. Persino la Grecia è riuscita a non accumulare un tale ritardo.

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