Dopo lo scandalo che ha coinvolto la Regione Lazio e che ha scatenato una reazione a catena, la Guardia di Finanza continua i controlli negli uffici di diverse Regioni italiane. Questa mattina, intorno alle 9, tre uomini in borghese delle Fiamme Gialle, accompagnati da due militari in divisa, si sono recati  presso l’Ufficio Ragioneria della Regione Molise per acquisire documentazione relativa alle spese dei gruppi consiliari. L’indagine conoscitiva è stata disposta dal sostituto procuratore Nicola D’Angelo della procura di Campobasso per verificare eventuali irregolarità nelle spese dei gruppi negli anni 2010-2012. La Guardia di Finanza ha quindi perquisito gli uffici della contabilità e della gestione amministrativa del consiglio regionale del Molise, in uno stabile separato da quello che invece ospita la sede del Consiglio. Il pm ha al momento aperto un fascicolo conoscitivo per il quale non vi sono attualmente né indagati né ipotesi di reato. Il presidente del Consiglio molisano, Mario Pietracupa, ha commentato l’intervento delle Fiamme Gialle spiegando che “è giusto che i controlli si facciano. Mai come in questo momento è fondamentale garantire la massima trasparenza”. Lo stesso Pietracupa ha poi sottolineato che la responsabilità delle spese a cui i soldi vengono destinati è in capo a ciascun gruppo consiliare. Non solo il Molise, ma anche la Sicilia torna nel mirino della Guardia di Finanza: su disposizione della Procura di Palermo, alcuni finanzieri si sono recati nei giorni scorsi all’Assemblea regionale siciliana nell’ambito dell’inchiesta sulla spesa dei fondi pubblici da parte dei gruppi parlamentari. I militari hanno acquisito ulteriori elementi oltre alla documentazione già consegnata dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio (Pdl), e dal segretario generale, Giovanni Tomasello, al procuratore aggiunto Leonardo Agueci, titolare dell’indagine. L’obiettivo degli investigatori è verificare i movimenti di denaro nei conti correnti dei gruppi e incrociare i dati con bilanci e ricevute di pagamento. 



Anche in questo caso, quello aperto dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci è un fascicolo a carico di ignoti e non è ipotizzato alcun reato. La Procura di Palermo scava tra le spese dei vari gruppi per capire se ci possano essere state irregolarità e uscite ingiustificate come avvenuto alla Regione Lazio.

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