Invece che scendere in campo per la sesta volta, potrebbe assistere alla partita dalla panchina. Se persino Alfano ha avuto il via libera per annunciarlo pubblicamente, significa che l’opzione stava venendo ponderata da tempo. «Per unire il centrodestra Berlusconi è pronto a non ricandidarsi», ha dichiarato il segretario del Pdl, invitando i moderati a coalizzarsi. Casini, dal canto suo, si è limitato a prendere atto dell’annuncio e a ricordare che, negli anni, sovente gli italiani hanno avuto modo di abituarsi alle «giravolte» di Berlusconi. Sola una volta comprese le reali intenzioni dell’ex premier, in effetti, sarà possibile ipotizzare la costruzione di eventuali nuovi scenari futuri. Ci abbiamo provato con Marcello Veneziani.
Berlusconi che fa un passo indietro: è verosimile?
Credo di sì; anche se, più che altro, dovremmo chiederci se è la scelta definitiva o no. Il campo, attualmente, è in tale evoluzione – dalla legge elettorale, agli equilibri tra i partiti – che non possiamo saperlo. Però, in questo momento, le sue intenzioni, probabilmente sono queste.
Fino a pochi giorni fa la sua presenza sembrava indispensabile alla sopravvivenza del Pdl. Nel frattempo, cos’è cambiato?
Da una parte, attraverso i sondaggi, ha avuto la percezione del fatto che la sua ridiscesa in campo non avrebbe capovolto le sorti del centrodestra e, dall’altro, le risse interne e gli scandali laziali lo hanno ulteriormente dissuaso. Giunti a questo punto, in ogni caso, sarebbe il caso di iniziare a ragionare seriamente sul post berlusconismo. Non si può pensare di richiamarlo in causa per l’ennesima volta, rimandando il problema all’infinito.
Quindi? Chi lo sostituisce?
Anzitutto, questa volta, il punto di partenza per un nuovo progetto non potrà consistere in un nuovo leader. Certo, ci potranno essere dei dirigenti o un elite; ma alla base del rinnovamento occorrerà una convergenza su delle idee.
In tal senso, in che termini andrebbe rifondato il Pdl?
Penso che si dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di articolare il centrodestra in più soggetti. Venendo meno l’unico collante che ha tento insieme, in questi anni, tutte queste forze – Berlusconi – non c’è più nessuna ragione di tenerle insieme.
Come dovrebbero scomporsi?
E’ difficile capire cosa rimanga delle componenti originarie. Tuttavia, possiamo identificare un’area più liberale e pragmatica, una più conservatrice e legata alla tradizione nazionale, e un’altra cattolica. Il Manifesto per il bene comune della Nazione mi pare, in tal senso, un elemento utile. Non mi azzardo di certo a sostenere che potrà rappresentare il nucleo di chissà quale nuovo progetto politico. Tuttavia, rispetto al nulla che ci circonda, mi sembra un segnale incoraggiante.
A quel punto, cosa dovrebbero fare le componenti così scisse?
Stabilire un patto e allearsi. Per tornare, da un presunto bipartitismo che non c’è mai stato, ad una bipolarismo fondato su alleanze tra soggetti distinti.
Realisticamente, ci sono i margini per mettere a punto una simile operazione entro le elezioni?
Ad essere realistici, si dovrebbe ammettere che l’unico scenario futuribile è l’Apocalisse.
Ovvero?
La scomparsa della politica in generale, del centrodestra in particolare e, di conseguenza, il Monti bis.
Nell’eventualità, quale potrebbe essere il ruolo di Berlusconi?
Credo che sia ancora aperto a tre-quattro ipotesi radicalmente diverse: può sparire del tutto, creare il vuoto per poi rientrare, se i sondaggi lo renderanno necessario, o fare da registra, dando vita ad una leadership fidata.
Perché, secondo lei, non potrebbe intervenire un Renzi di destra o un “nuovo” Berlusconi che, come fece allora quello “vecchio”, archivi l’intera classe dirigente?
Non vedo sinceramente alcun leader in grado di raccoglierne l’eredita.
Come valuta l’ipotesi di un accordo tra la Lega e il Pdl per candidare Passera?
Poco credibile. Il ministro per lo Sviluppo economico è mal digerito da gran parte dell’elettorato e della dirigenza di centrodestra, e sarebbe considerato un corpo del tutto estraneo alla coalizione.
L’Udc ha detto più volte che se Berlusconi avesse fatto un passo indietro, avrebbe preso parte alla costruzione del Ppe italiano
La vedo dura. L’uso maldestro che Casini ha fatto di Monti, strumentalizzandolo per svuotare il centrodestra in direzione di un grande centro, ha creato tra Pdl e Udc un fossato.
(Paolo Nessi)