Nonostante i recenti sondaggi prevedano un’affluenza non superiore alle 250mila persone alle primarie del centrodestra, Angelino Alfano arriva al Financial Times Italy Summit di Milano facendo sapere che il Pdl sarà “più forte” di qualsiasi rilevazione e che le primarie verranno organizzate in modo “sequenziale, all’americana. Voteranno le regioni nel corso di due mesi che andranno dalla seconda metà di dicembre a tutto gennaio e speriamo che da lì possa riprendere il cammino del centrodestra italiano”, ha detto il segretario del Pdl, facendo però sapere di non aver ancora affrontato l’argomento con Berlusconi, tornato da poco dal resort di Flavio Briatore in Kenya. L’indecisionismo del Cavaliere genera però nervosismo tra le fila del partito, tanto da portare anche Daniela Santanchè a dire che in questo modo non si fa altro che creare una “situazione devastante per il nostro elettorato”. Anche nel Pdl si fanno intanto avanti i giovani “rottamatori”, a cominciare da Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia e candidato alle primarie, secondo cui “bisogna andare oltre Berlusconi perché la sua sesta candidatura significherebbe che il centrodestra non è riuscito a creare una nuova classe dirigente”. Facciamo il punto della situazione insieme ad Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale.



Direttore, come interpreta il silenzio di Berlusconi?

Ho da tempo rinunciato a interpretare Berlusconi e le sue mosse. Berlusconi, più che interpretato va accettato, quindi è difficile dire cosa farà in futuro. Dubito che sia disposto a uscire dalla scena in questo modo, però, arrivati a questo punto, non possiamo fare altro che restare a guardare.



E’ possibile che dietro tale indecisionismo vi sia una volontà di logorare ancora di più il Pdl?

Che il partito sia ormai logorato anche dalla mancanza di una certezza prospettica è un dato di fatto. Detto questo, è vero che Berlusconi è anche “fatalista”, quindi a volte ho come l’impressione che stia aspettando o sperando che gli eventi mutino il corso della storia. Può quindi anche essere possibile che in questo momento Berlusconi stia semplicemente aspettando che la storia faccia il suo corso e che accadano determinati eventi che possano generare nuove situazione più interessanti di quelle attuali.



Un’altra ipotesi è che Berlusconi stia organizzando nel dettaglio una nuova lista con cui presentarsi.

Questa è una delle ipotesi sul tavolo. Bisogna però vedere quale Berlusconi prenderà tale decisione, se quello guidato dalla sua “lucida follia” o quello più moderato, posato e intrappolato nella rete dei consiglieri, alcuni dei quali naturalmente anche saggi. Resta però il fatto che Berlusconi è assolutamente imprevedibile e proprio per questo dicevo di aver ormai rinunciato ad avanzare ipotesi a riguardo.

Come giudica posizioni come quella di Cattaneo attraverso cui si intende “rottamare” Berlusconi?

Il centrodestra è da sempre abituato ad avere una leadership che non proviene dal basso, ma dall’alto, che si impone. Berlusconi non è stato eletto o votato dal centrodestra, ma è lui ad aver creato il centrodestra: quindi, se la vediamo da questo punto di vista, il centrodestra non ha un’alternativa a Berlusconi perché al momento all’orizzonte non c’è nessuno capace di tenere assieme una componente così apparentemente omogenea ma che nei fatti è assai frammentata. Oltre a non essere presente all’orizzonte, credo inoltre che tale figura non possa neanche venire fuori dalle primarie: quindi, se i rottamatori del centrodestra affermano che bisogna andare oltre a un “partito del leader”, possono anche avere tecnicamente ragione, ma se sperano in questo modo di migliorare l’incisività del centrodestra sono abbastanza pessimista.

A proposito delle primarie, i sondaggi mostrano dati preoccupanti riguardo l’affluenza. Cosa ne pensa?

Personalmente appartengo a quella schiera di persone che preferisce il “partito del leader”. Credo che le primarie rappresentino solamente un rito sostitutivo di una mancanza di leadership e, come tale, diminuente della forza di uno schieramento. Per questo, pur non essendo apertamente contrario al sistema democratico delle primarie, credo sia un qualcosa che non appartiene alla cultura del centrodestra e a cui, come hanno rilevato i sondaggi, anche gli elettori non reagirebbero bene.

Alfano ha aperto alla Lega e ha chiuso una volta per tutte a Fini. Come giudica le posizioni che sta assumendo?

Alfano sta andando su posizioni che probabilmente non erano quelle che avrebbe scelto in partenza, ma che sono sicuramente più comprensibili da parte dell’elettorato di centrodestra: parlo quindi della consapevolezza del fatto che prima o poi con la Lega bisogna fare i conti, che il centrodestra è stato tradito e rovinato da Fini, con cui non è quindi possibile ricucire in alcun modo, e che, come ha detto Alfano, “non esiste” alcuna ipotesi di un Monti-bis. Dirlo in questo modo è certamente utile, anche perché francamente ho ancora negli occhi la foto non di Vasto ma quella di Alfano, Bersani e Casini a Palazzo Chigi che, secondo me, per il Pdl ha rappresentato un danno enorme. Mi fa piacere quindi che con il passare del tempo Alfano voglia precisare determinate posizioni che a mio avviso sono assolutamente più naturali per il centrodestra.

Però anche all’interno del Pdl qualcuno non la pensa come Alfano riguardo un Monti-bis.

Questo è sicuro, proprio perché all’interno del Pdl è presenta una sorta di sindrome della disfatta in cui qualcuno è convinto del fatto che solo Monti possa garantire un futuro da parlamentare. Sono però calcoli personalistici e miopi che spero nessuno alla fine voglia mettere in pratica. Se Monti accettasse di essere leader di uno schieramento unicamente liberale ben venga, ma se pensa di continuare a governare bipartisan commette un’operazione molto egoista.

Come mai?

Certo, potrebbe anche continuare a farlo, ma in realtà non governerebbe niente perché le posizioni attuali sono così inconciliabili tra loro che anche l’aspetto legislativo ed esecutivo ne risulterebbe sostanzialmente dimezzato. Con questa maggioranza Monti non può produrre nulla, quindi non vedo come possa pensare di governare senza schierarsi.

 

(Claudio Perlini)