Al termine delle due ore di vertice al Quirinale con Schifani, Fini e Monti, massime cariche dello Stato, anche Giorgio Napolitano entra nell’acceso dibattito riguardante l’ipotesi Election day e la data prevista per il voto. In una nota, il Capo dello Stato ha innanzitutto sottolineato che in “una costruttiva conclusione della legislatura, dettata anche dalla serietà dei problemi che il Paese ha di fronte e dall’acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando, sconsigliano un affannoso succedersi di prove elettorali”. In proposito, prosegue la nota, “si ricorda che il Capo dello Stato aveva rilevato, il 3 novembre scorso, la carenza, fino a quel momento, di condizioni oggettive e di “motivazioni plausibili” per un’anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche. Si attende dunque il verificarsi delle condizioni opportune per la decisione che la Costituzione riserva al Capo dello Stato”. Il Quirinale ribadisce dunque la necessità di giungere al più presto alla riforma della legge elettorale: “L’esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento – prosegue la nota – rendono altresì altamente auspicabile la conclusione – invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica – del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale”. Dal Colle arriva poi l’individuazione di una possibile data per le consultazioni nelle tre Regioni che si apprestano ad andare al voto, vale a dire Lazio, Lombardia e Molise: “È però indubbia, per valutazioni d’interesse generale, – si legge – l’esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni nelle tre suddette Regioni. Si è a tale proposito ritenuta appropriata la data del 10 marzo 2013”. Poco dopo ecco le prime reazioni a caldo, a cominciare dal segretario del Pdl Angelino Alfano che, attraverso un “tweet”, commenta: “Ok il comunicato del Quirinale. Si va verso l’election day: prevale il buonsenso, prevalgono le nostre buone ragioni”.
Un giudizio è poi arrivato anche dal leader del Pd, Pier Luigi Bersani: “Ho appena letto il comunicato del Quirinale e mi pare che la valutazione sulla data delle elezioni sia stata fatta nella sede giusta”. E ancora: “Per quanto riguarda noi, siamo pronti a lavorare per creare i presupposti di cui parla il Presidente della Repubblica: legge di stabilità e legge elettorale. Quindi noi siamo assolutamente disponibili a dare il nostro contributo in questa direzione”.