L’ultimo dei miei pensieri è difendere Piergiorgio Odifreddi, il matematico non solo impertinente, come si è presentato in un fortunato libro, ma saccente e fazioso, provocatore e dissacratore per mestiere, mite e sardonico in apparenza, ma in realtà feroce da pulpiti che contano, gli schermi televisivi, le platee dell’intellighenzia  di sinistra, le pagine dei giornali giusti. Odifreddi, quello che tiene un blog su Repubblica, seguitissimo, dove discetta dello scibile umano con poche e chiare certezze: la scienza, assoluta e infallibile, strada della verità, ammesso che ve ne sia una. La Chiesa,  sentina di ogni vizio, causa di ogni male, rovina di ogni libertà e progresso umano. L’ultima prova editoriale si intitola “Dieci volte peggio dei nazisti” ,      e invoca un tribunale che condanni Netanyahu e i suoi generali come si fece coi gerarchi hitleriani a Norimberga. Roba vecchia, ci sono siti antisionisti che il paragone col nazismo l’hanno evocato da un pezzo, l’odio per Israele (e gli ebrei, dobbiamo ricordarlo che è la stessa cosa, e che le distinzioni sono capziose, e nascondono l’antisemitismo di fondo?) fermenta  da sempre, trasversalmente da destra a sinistra, ma soprattutto a sinistra, visto che la destra destra da noi conta meno, e riesce ad essere ripetitivo e stupido, soprattutto stupido.



D’altra parte lo scritto è inserito in un blog che s’intitola “Il non senso della vita”:  Odifreddi teorizza da tempo, soprattutto, che non ha un senso la vita dei piu deboli, di chi non vale, di chi non rende. Perché mai svenarsi allora  a difendere la vita solo e proprio dei palestinesi, è un mistero. Ma anche certe parole, di senso ne hanno ben poco.



Ora, questo articolo al piombo è stato censurato dal direttore di  Repubblica, Ezio Mauro, senza neanche un preavviso di cortesia, ed è scoppiato il putiferio. Attacco alla libertà di stampa, roghi che ardono sul Fatto, dove la solidarietà alla vittima si spreca, roba che Sallusti se la sogna. Odifreddi chiude il suo blog, ne spiega le ragioni, per una volta con pacatezza, e il punto è che difficilmente, questa volta, si può dargli torto. Con orgoglio cita il Voltaire di “detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”, e spiega che non potendosi più sentire libero meglio lasciare.



E passare al Fatto o a Pubblico, ad esempio, che a un martire non si può negar spazio, e la guerra delle copie val bene l’esborso di un collaboratore in più.

Intendiamoci, quel che Odifreddi ha scritto è vergognoso, e ha tutto il diritto il direttore di una testata, di cui è dominus assoluto, di non volerlo sulle sue pagine. Ma un blog è altra cosa, anche dal punto di vista giuridico la responsabilità è personale, quindi nel caso, di Piergiorgio Odifreddi. Ezio Mauro, che mai avrebbe penalmente dovuto pagare, poteva e doveva rispondere, con tanto di firma, oppure privatamente piegare il matematico a più miti ragionamenti.  La censura è alterigia. E nuoce alla causa.

Ma c’è dell’altro: parliamo del giornale che nasce e prospera come alfiere della libertà di pensiero.  In questi anni il giornale di Scalfari ci ha educato a ritenere lecito ogni giudizio, anche il più offensivo,  a giustificare una sorta di diritto all’insulto che tocca gli ambiti più svariati, dalla politica (ricordate le ragazze di Arcore?) alla bioetica (le Erinni cattoliche davanti alla morte di Eluana), naturalmente in punta di penna, mentre colleghi più malandrini usano toni più rustici, grevi. La Repubblica delle idee no, ha stile, e ti insinua semplicemente il sospetto che a difendere le tue tu sia un cretino, e indegno di  esprimerti. Più o meno come fa Odifreddi quando pontifica in televisione: stavolta è toccato a lui. Impari, e impariamo tutti a riconoscere che Repubblica garantisce la libertà di seguire liberamente le “sue” idee di libertà; che Repubblica è un giornale partito, e guai  a chi si discosta dalle sue linee, come da sempre avviene nei giornali di partito.   Non importa che in questo caso la ragione e la conoscenza della realtà imponessero di commendare un articolo sbagliato e  pericoloso, come ogni scritto che rinfocoli l’odio.  (Odifreddi dice di scrivere come Saramago o Chomsky e pazienza,  è piena la letteratura di scrittori importanti che sono stati uomini piccini, e hanno sostenuto con presunzione solenni sciocchezze).  In questo caso: mai abbiamo visto tanta solerzia quando è stata   attaccata con  supponente pregiudizio  la Chiesa. Ad esempio…