In un anno non sono riusciti a trovare un accordo, perché in una settimana dovrebbero dar vita ad un testo di riforma elettorale condiviso e decente? Questo, infatti, è il tempo che rimane alla commissione Affari costituzionali del Senato per archiviare il famigerato Porcellum, dopo che il presidente Schifani ha fissato al 28 novembre la data entro cui concludere i lavori e iniziare l’iter parlamentare in Aula. Ma ad oggi sembra che, più che altro, dominino caos e faziosità. Il presidente della commissione, Carlo Vizzini, non si sarebbe detto convinto del fatto che “siamo in alto mare”. Salvatore Vassallo, esponente del Pd nell’omologo organismo, ma alla Camera, ci spiega quali scenari si prefigurano.
Crede che le forze politiche riusciranno, entro mercoledì, a individuare un testo condiviso?
Se alcune si ostineranno a ragionare nei termini in cui hanno sin qui ragionato, lo escludo. Ovvero, valutando gli effetti della legge in base ai presunti risultati attribuiti dai sondaggi.
Di chi parla?
Il Pdl, Lega e Udc stanno perseguendo la stessa logica che portò, nel 2005, all’approvazione del Porcellum. Stanno pensando ad una legge che riduca l’impatto della loro probabile sconfitta, rendendo il più difficile possibile la costituzione di una maggioranza politica in grado di esprimere un governo. Con la differenza che l’Udc punta ad un premio che non conferisca la maggioranza al centrosinistra (che si presume che, dopo le elezioni, sarà la prima forza politica), ma gli imponga un’alleanza con un partito di medie dimensioni.
E ilPdl?
Vorrebbe proporre un premio ancora più piccolo, per obbligare il centrosinistra a stringere un’alleanza con una forza politica più grande dell’Udc. Se Il Pd avesse bisogno del Pdl per avere una maggioranza politica, l’obiettivo del Pdl sarebbe raggiunto: la grande coalizione.
Al Pd non attribuisce alcuna colpa?
Avrebbe potuto essere più chiaro sin dall’inizio sui principi non negoziabili a vantaggio dell’intero sistema, invece che lasciarsi coinvolgere in negoziati scivolosi. Per il resto, non mi pare che, ad oggi, abbia avanzato richieste irragionevoli.
Si contesta la richiesta di un premio di maggioranza troppo alto rispetto ai voti realmente ottenuti
Questo sarebbe il risultato che si otterrebbe se si mantenesse il porcellum. Il Pd ha sempre ipotizzato, invece, l’introduzione di un premio di proporzioni predeterminate che renda impossibile ad un partito del 30-35% ottenere la maggioranza.
Dicono che il Pd punti a mantenere il Porcellum, correggendolo con una soglia per ottenere il premio di maggioranza estremamente alta, e introducendo un premietto irrisorio. Senza fare alcuna riforma, quindi godrebbe di fatto dei benefici che gli conferirebbe il sistema proporzionale. E’ verosimile?
Guardi, non sono un indovino. Tuttavia, considerando la natura della discussione, è possibile. Sarebbe, tuttavia, una sciagura per il Paese. Ci ritroveremmo, in un contesto economico complicatissimo, con un Parlamento estremamente frammentato, ove l’unica soluzione praticabile risulterebbe, a quel punto, la costituzione di una maggiorana estremamente eterogenea.
Cosa ne pensa del terzo Lodo Calderoli (nessuna soglia; nessun premio fino al 30%; premietto del 22,5% dei propri seggi per chi prende tra il 30 e il 35%; del 27,5% per chi prende tra il 35 e il 40%; del 35% per chi prende più del 40%)?
Tutti i sistemi elettorali inventati da geometri che credono di poter costruire un vestito ritagliato sui risultati elettorali presunti sulla base dei sondaggi sono sistematicamente causa di paradossi e distorsioni. Si tratta di espedienti che non andrebbero neppure presi in considerazione. Confido che ci si renderà conto del fatto che misure di questo genere sono insostenibili e inefficienti dal punto di vista parlamentare, e che si proceda verso un punto di mediazione che potrebbe essere rappresentato da un sistema proporzionale corretto, in grado di evitare la frammentazione tra i partiti e di promuovere la creazione di maggioranze omogenee.
(Paolo Nessi)