Pure il Pdl, alla fine, ha deciso di munirsi delle sue competizioni interne. Più che altro, per non perdere la faccia dopo averle annunciate in lungo e in largo. Almeno, questa è l’impressione dei più. Sta di fatto che i tempi sono brevi. Si voterà il 16 dicembre. Per questo, l’organizzazione non potrà essere chissà che. I seggi saranno in numero limitato, mentre per potere esprimere la propria preferenza sarà sufficiente mostrare un documento di identità che sarà registrato on line attraverso un apposito software. Per impedire che qualcuno voti più volte. Abbiamo chiesto a Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto Quotidiano, che idea si è fatto di queste primarie.



Alla fine, è prevalsa la linea di Alfano o quella di Berlusconi?

E’ prevalsa quella degli ex An. Alla vigilia del vertice del 21 novembre tra Berlusconi e Alfano, l’ipotesi che le primarie non ci sarebbero state si stava facendo sempre più verosimile. Ma, nell’incontro, Berlusconi non è riuscito a persuadere il segretario. Si è così ipotizzato di farle il 13 gennaio. Ma, a quel punto, La Russa si sarebbe di traverso. E avrebbe preteso di farle prima. Alla fine, si è concordato di indirle il 16 dicembre



Per quale motivo?

Perché gli ex An non vogliono dare il tempo alla Meloni di organizzarsi. Sono terrorizzati dalla sua candidatura. Trattandosi di un semplice regolamento di conti interno al Pdl, per capire chi comanda e consentire a chi compete di contarsi e sapere quanto vale, la discesa in campo dell’ex ministro della Gioventù scompagina non poco le carte in tavola. Ora, avrà pochissimo tempo per preparare la campagna elettorale.

In ogni caso, chi potrebbe vincere?

Ci potrebbero essere delle sorprese. Per esempio, da parte di questo Samorì. Sarà fondamentale la capacità di mobilitazione del proprio elettorato. Anche perché si tratterà di primarie non lontanamente paragonabili a quella del Pd. In cui sarà già tanto se si recheranno a votare 3-400mila persone.



Perché crede che l’affluenza sarà così scarsa?

Questo Pdl non è più in grado di rispondere alla domanda politica dei moderati. Non è un caso che la partecipazione alla convention di Montezemolo sia stata alta al di là di qualunque aspettativa. Significa, in sostanza, che la giostra dei moderati ha ripreso a girare. 20 anni fa, c’era salito sopra Berlusconi. Questa volta, la partita in seno al mondo dei moderati si giocherà tra l’astensionismo e l’eventuale offerta del centro.

Sta di fatto che in molti danno Alfano vincitore

Può darsi: ma ciò che conterà realmente, sarà lo scarto rispetto agli sfidanti e il numero in assoluto di votanti. Presumibilmente saranno entrambi bassi. D’altro canto, il Pd ci ha messo 20 anni per fare delle primarie vere.

Napolitano, nel frattempo, ha fatto sapere che Monti, essendo senatore a vita, non può candidarsi. Perché non può essere eletto. Può, tuttavia, essere chiamato, all’indomani delle elezioni, a ricoprire nuovamente un incarico

Credo che nelle prossime elezioni, il Pdl giocherà una partita di pura testimonianza. La vera competizione sarà tra Grillo, Bersani e il centro. In questo schema, benché non sappiamo ancora con che legge elettorale si voterà, è chiaro che Monti, pur essendo senatore a vita, potrebbe essere il volto attorno al quale potrebbero radunarsi i settori moderati del Paese: la lista di Montezemolo, ciò che emergerà da Todi 2, l’Udc.

Il Pdl, attraverso la legge elettorale, non potrebbe contribuire a creare una frammentazione tale da rendere impossibile a chiunque di creare una maggioranza politica, obbligare alla grande coalizione, e poter governare, pur avendo perso?

Non penso. Non basterà la legge elettorale a salvare il partito dal disastro. Prevedo che, comunque vada, arriverà quarto.

 

 

(Paolo Nessi)