Alla fine, si faranno. Nonostante Berlusconi abbia tentato fino all’ultimo di scongiurarle. Il 16 dicembre, militanti e simpatizzanti del Pdl potranno recarsi ai seggi allestiti dal partito (pochi, per la verità, visti i tempi risicatissimi) per votare uno dei candidati. Nel frattempo, l’ex premier ha nominato i membri della Commissione di garanzia per la competizione. Sarà presieduta da Lamberto Dini e ne faranno parte Antonio Leone (vicepresidente della Camera), l’onorevole Donato Bruno (presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera), il senatore Alberto Balboni (vicepresidente della Giunta delle elezioni del Senato) e l’onorevole Francesco Sisto (vicepresidente della Giunta Autorizzazioni della Camera). Abbiamo chiesto proprio a Donato Bruno di spiegarci in cosa consisterà la sfida.



Perché anche il centrodestra si accinge a fare le primarie?

Nel momento in cui qualcuno dice al segretario nazionale che vorrebbe candidarsi, non vedo alternativa al fare delle consultazioni per decidere chi sarà il candidato del Pdl alla presidenza del Consiglio. Ci sono state delle persone che hanno espresso la volontà di cimentarsi nella competizione e tale volontà va rispettata. Non credo che, in una logica democratica, vi sia altro sistema.



No?

Beh, non è che il segretario nazionale possa proibire, a quanti si sono ritenuti all’altezza, di sfidarlo; come, del resto, non avrebbe potuto imporre la propria candidatura tout court. D’altro canto, è quanto è avvenuto anche all’interno del Pd. Anche in quel caso c’è stato qualcuno che si è detto convinto di poter essere un candidato premier migliore del segretario Bersani.

In ogni caso, si tratta di una cambiamento decisivo rispetto al passato.

Fino a quando il candidato premier è stato Berlusconi, non c’è stato bisogno di fare le primarie. Per il semplice fatto che l’ipotesi che corresse per Palazzo Chigi è sempre stata condivisa all’unanimità. Vale lo stesso per il centrosinistra, ogniqualvolta il candidato espresso dalla coalizione ha trovato tutti i partiti e i loro esponenti concordi nella scelta.



In ogni caso, sembra che le primarie del Pdl determineranno alcuni problemi concreti. A partire dalla raccolta di 10mila firme necessarie per potersi candidare.

Credo che chi abbia manifestato l’intenzione di competere si sia mosso per tempo. D’altro canto, se una persona vuole fare il candidato premier di un partito come il Pdl, è impensabile che non sia dotato di un minimo di struttura. Se uno ritiene che raccogliere 10mila firme sia un’impresa impossibile, tenga presente che governare un Paese è cosa ben più difficile.

Si obietta anche che il tempo a disposizione dei candidati per preparare la campagna elettorale è troppo poco. Perché non si è deciso di indirle il 13 gennaio, come da prima ipotesi?

Non si poteva fare altrimenti. In tal caso, dalla proclamazione del candidato premier alle elezioni politiche sarebbero passati non più di 45 giorni. Un margine troppo ristretto per poter presentare le liste.

Quale sarà il ruolo della commissione di cui fa parte?

Controllare la documentazione che sarà prodotta, la regolarità delle candidature e della competizione. I nostri compiti saranno, in ogni caso, definiti nel dettaglio nella riunione di lunedì.

Quali crede che siano le differenze fondamentali con le primarie organizzate dal Pd?

Il Pd ha avuto molto più tempo per prepararle. Il che ha consentito loro di godere maggiormente della luce dei riflettori e delle attenzioni dei media.

Crede che le primarie andrebbero introdotte anche in Lombardia?

Credo che laddove vi siano più persone che decidano di candidarsi, non si possa agire diversamente.

Secondo Berlusconi, si tratterà di un bagno di sangue.

Non credo che si corra questo rischio. Tutti i candidati sono persone rispettabili e presumo che ciascuno abbia un programma da esprimere.

Alfano, infine, ha fatto sapere che se ci saranno degli indagati in lizza, lui stesso si ritirerà dalla competizione. Poi, ha aggiunto: «Decida il comitato dei Garanti». Cosa decidere?

Anche questo non sarà stabilito prima di lunedì. 

 

 

(Paolo Nessi)