La riforma della legge elettorale arriverà nell’aula del Senato mercoledì 5 dicembre. Al termine della Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, in cui è stato deciso il rinvio di una settimana dell’approdo in aula, l’ottimismo ostentato dalle diverse parti fa pensare che si stia realmente profilando una definitiva intesa sulla riforma. L’ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli mette sul tavolo l’ennesima proposta per tentare di sostituire una volta per tutte l’attuale legge che lui stesso definì una “porcata” e che venne successivamente battezzata “Porcellum” dal politologo Giovanni Sartori. La nuova ipotesi di mediazione dovrebbe prevedere un premio alla prima coalizione sopra il 35% e alla prima lista tra il 25 e il 35% con “scaglioni” di premio di un punto percentuale che, di fatto, consentono di governare solo alla coalizione che superi il 38%, alla quale andrebbe in totale il 50,5% dei seggi. Commentiamo l’ultima ipotesi di riforma proprio con il senatore leghista Roberto Calderoli.
Senatore, siamo davvero vicini a un’intesa?
Questa mattina ho scritto la diciassettesima proposta di mediazione, l’ho trasmessa alle forze politiche e ho avuto dei riscontri positivi. Sto aspettando ancora l’ultimo che dovrebbe arrivarmi domani, quindi credo di essere molto vicino all’obiettivo.
Una settimana fa, dopo l’ennesima proposta, aveva detto che sarebbe stata l’ultima, dopo di che avrebbe ritirato tutto…
E’ vero, ho detto che avrei ritirato ogni proposta in assenza di condivisione, ma arrivati a questo punto credo proprio che invece la formalizzerò. Pur augurandomi che possa esserci un’ampia convergenza, si arriva a un punto in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Pensa che la sua proposta potrà accontentare tutte le forze politiche?
Credo di sì. E’ una proposta che garantisce a coalizioni non troppo ampie la possibilità che la sera del voto si possa stabilire chi governa il Paese, offrendo i numeri per poterlo fare. Diversamente, consente comunque di formare aree di aggregazione suscettibili di dare maggioranze di governo.
Si parla tanto di riforma della legge elettorale, eppure in pochi sembrano davvero intenzionati ad andare oltre il Porcellum. Come mai?
Evidentemente a causa di interessi di potere che paradossalmente, pur essendo opposti, alla fine puntano allo stesso obiettivo.
Cosa intende dire?
Il Porcellum garantisce una maggioranza certa alla Camera anche a un singolo partito con il 30%, visto che lo porterebbe al 55%, e questo ovviamente interessa a molti. Diametralmente opposto è invece il caso in cui, adottando un altro sistema, questo stesso partito non raggiungerebbe la maggioranza al Senato “per tabulas” neanche fosse paradossalmente vicino al 50%: questo porterebbe in gioco coloro che sono candidati a finire all’opposizione, consentendo loro di partecipare attivamente alle trattative per il presidente della Repubblica, la formazione del governo e così via.
Si dice che Berlusconi stia puntando proprio sul Porcellum. Cosa ne pensa?
Non so se sia davvero così, ma certamente non è il solo a esserne interessato.
Lei ha detto recentemente che tutto sarà più chiaro solo dopo le primarie del centrosinistra. Come mai?
L’ho detto e credo anche di aver avuto ragione. Tra pochi giorni nessuno dei due candidati sarà più coinvolto in alcuna campagna elettorale, fase in cui un’eventuale mediazione sulla legge elettorale potrebbe diventare oggetto di attacco. Se invece rimandiamo a dopo il dibattito, chi ne discuterà dovrà risponderne davanti al Paese e non davanti all’avversario.
Secondo lei c’è il rischio di rimanere al Porcellum?
Se qualcuno vorrà fare obiezioni su due parlamentari, allora dica chiaramente che preferisce il Porcellum e basta, ma credo che difficilmente ci si potrà opporre a questa ipotesi di mediazione. Esiste ovviamente una possibilità che si rimanga al Porcellum, contro cui io ho combattuto per la maggior parte del percorso senza il supporto di nessuno.
Insomma, per il momento è ottimista anche lei…
Sono abbastanza ottimista oggi rispetto all’esito del Senato. Quello che poi può accadere alla Camera col voto segreto francamente è davvero poco prevedibile, ma senza dubbio si cercherà di gestire anche quella fase.
(Claudio Perlini)