E’ ormai rottura all’interno dell’Italia dei Valori, dove in queste ore si sta consumando una vera e propria rivolta di partito contro il segretario politico, Antonio Di Pietro. Dopo i deludenti risultati elettorali in Sicilia e le incertezze mostrate durante l’intervista a Report sui conti del partito, anche i fedelissimi Idv stanno in queste ore abbandonando il loro leader. Massimo Donadi, capogruppo del partito alla Camera, è il primo ad annunciare duramente l’imminente allontanamento, criticando senza riserve anche l’ipotesi di un’eventuale alleanza con il Movimento 5 Stelle. “Con lui ho rotto definitivamente”, ha tuonato Donadi, secondo cui “l’Idv negli anni in cui è esistita non ha fatto antipolitica. Il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina”. IlSussidiario.net ha chiesto al sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi quali ripercussioni potrà avere sul centrosinistra l’attuale crisi dell’Italia dei Valori e come giudica un eventuale asse con Grillo.



Alla luce di quanto accaduto in questi giorni, quanto perde al momento l’Idv?

Rispetto a pochi mesi fa, quando si attestava intorno al 7-8%, oggi l’Idv è in costante calo, portandosi anche sotto la “soglia psicologica” del 4%. A pesare maggiormente, soprattutto dopo l’intervista a Report, è il fatto che Di Pietro sta subendo su quello stesso terreno su cui ha sempre voluto combattere, cioè quello dei valori e della trasparenza, in qualche modo come accadde anche a Bossi.



Come si inserisce in questo contesto il Movimento 5 Stelle?

Senza dubbio è l’attore che può trarre più vantaggi da una eventuale profonda crisi dell’Idv. Questo perché il bacino di riferimento è sostanzialmente lo stesso, tanto che l’elettorato del M5S è composto per più di un quarto da persone che nel 2008 hanno votato proprio Di Pietro. Quindi non solo il leader Idv rischia di scomparire dalla scena politica, ma si trova già a dover fare i conti con chi è capace di proporre un’offerta politica parallela che rischia di portargli via molti voti. Questo aggrava ulteriormente la sua posizione, anche se adesso si parla di un possibile asse Grillo-Di Pietro.



Cosa può dirci a riguardo?

Fino a poche settimane fa un accordo del genere era abbastanza probabile e anche diverse voci provenienti dai vari schieramenti riferivano di un primo approccio in questo senso. Adesso, dopo quanto accaduto, la situazione è profondamente cambiata: in Sicilia Grillo ha potuto constatare di essere forte ma non abbastanza per sparigliare le carte in tavola, quindi ha di fronte due soluzioni.

Quali?

Può tentare di crescere ulteriormente, avanzando da solo ma rischiando qualcosa, oppure cercare la strada dell’alleanza. In questo senso l’attuale crisi dell’Idv gioca a suo favore e lo mette in una posizione certamente più favorevole rispetto a poche settimane fa. Però, come ho detto, Grillo potrebbe anche decidere di proseguire da solo e “rosicchiare” così un certo numero di voti.

Che cosa gli converrebbe?

Possiamo immaginare diversi scenari e fare alcuni rapidi calcoli che possono semplificare la situazione: nel caso in cui Grillo decidesse di continuare in solitaria e approfittare della crisi Idv, riuscirebbe probabilmente a prendersi un 2% circa. Se invece scegliesse di presentarsi con Di Pietro potrebbe contare su un 4% in più, quasi il doppio, il che ovviamente rappresenterebbe un vantaggio per entrambi. L’asse varrebbe quindi di più, ma è chiaro che poi la torta andrebbe divisa in due.

Chi altro potrebbe trarre vantaggio dalla difficile situazione dell’Idv?

Sicuramente non Vendola, visto l’elettorato decisamente diverso. Posso però dire che, nel momento in cui incrociamo le varie domande d’opinione riguardo ai partiti, gli elettori Idv rispondono spesso in un modo che per certi versi è simile a quello di centrodestra. In particolare, l’elettorato che più si avvicina a Di Pietro è quello di Futuro e Libertà, un partito conservatore ma allo stesso tempo progressista.

Questo cosa significa?

Fli, per quanto possa valere, è comunque una realtà ben definita e particolare all’interno del centrodestra, mentre l’elettorato Idv su molti temi risponde allo stesso modo. E’ un aspetto che noto ormai da tempo e che adesso potrebbe aprire a scenari interessanti, visto che in caso di un forte calo di Di Pietro, a livello socio-strutturale potrebbe essere proprio Fli a trarne i maggiori vantaggi oltre a Grillo.

Le chiedo infine un aggiornamento sulle primarie del Pd.

In queste settimane abbiamo assistito a questo tipo di andamento: inizialmente Bersani risultava maggiormente in testa con Renzi dietro a inseguire, mentre poco dopo sembrava che il sindaco di Firenze potesse quasi superare il proprio avversario. Recentemente, invece, Bersani sembrerebbe nuovamente in vantaggio, ma non di molto, tanto che si vocifera, ma sono solo rumors, che i due abbiamo già raggiunto una sorta di accordo: Bersani vincitore alle primarie e Renzi che mette le mani su una buona fetta di potere. In tutti i casi al momento appare più probabile la vittoria dell’attuale segretario.

 

(Claudio Perlini)