L’azione di Pdl-Lega-Udc-Api-Mpa in commissione Affari costituzionali al Senato era stata ritenuta dal Pd indegna: al partito di Bersani, collocare l’asticella per ottenere un premio di maggioranza del 12,5% al 42,5% sembrava un meschino espediente per impedirgli di andare al governo. Benché, con ogni probabilità, risulterà vincitore, ad oggi, è pressoché impossibile a chiunque, infatti, raggiungere una tale soglia. Dopo l’annuncio dei democratici del fine dialogo, si è provato a ricucire. Ieri, nella medesima commissione, si sarebbe dovuta tenere una riunione pacificatrice. Ma è stata sconvocata dal suo presidente, il senatore Carlo Vizzini. Nel frattempo, pare che stia prendendo piede l’ipotesi del cosiddetto Lodo Alimonte: abbassamento della soglia al 40% e un premietto del 10% al partito che dovesse prendere più voti senza, tuttavia, essere riuscito, assieme alla propria coalizione, a raggiungere la maggioranza politica. Abbiamo chiesto proprio a Vizzini di spiegarci come si sta evolvendo la situazione.



Perché, ieri, ha sconvocato la riunione?

La decisione è stata assunta, sostanzialmente, su richiesta di Pdl e Pd. I partiti vogliono, infatti, prendersi più tempo per lavorare ad un accordo. C’è una trattativa in corso per rimediare allo strappo avvenuto in commissione e trovare delle soluzioni che ci consentano di arrivare alla conclusione con il consenso più alto possibile, dato che la legge elettorale disciplina il primo e il più importante momento della partecipazione dei cittadini alla vita della democrazia. E, quindi, deve esser patrimonio di tutti e non solamente di una maggioranza.



Nel frattempo, state lavorando al cosiddetto Lodo Alimonnte. Esattamente, qual è ratio del provvedimento?

Il “premietto” del 10% serve per dare, al partito maggiore che non sia riuscito a mettere insieme una maggioranza, l’autorevolezza necessaria per costituire un’alleanza di governo. Onde evitare che essa si produca, paradossalmente, tra quei partiti che hanno perso, destinando così il vincitore all’opposizione. Credo, tuttavia, che la praticabilità del provvedimento sia stata mal interpretata da diversi parlamentari. L’ipotesi del lodo, infatti, si riferisce ad uno scenario che veda la presenza di coalizioni che, quantomeno, si avvicinino al 40%. All’orizzonte non se ne vedono.



Tutto sembra procedere verso la grande coalizione 

Ritengo che in politica possa succedere di tutto. A un patto: ci devono essere regole serie. E i soggetti devono concorrere per vincere, non per partecipare. Laddove ce ne fosse la necessità, non si può escludere che le forze più responsabili si mettano insieme per il bene del Paese. Tuttavia, scrivere norme che a priori obblighino ad una tale eventualità, sarebbe del tutto inaccettabile.

Eppure, l’accusa è che soglie così alte impediscono, di fatto, di raggiungere una maggioranza

Se la legge restasse quella attuale, si rischierebbe che chi ha preso il 20% dei voti governasse con il 55%. Il rapporto tra il voto dei cittadini e la rappresentanza si discosterebbe dalla realtà in maniera inaccettabile. Ricordiamo, infatti, che quella legge fu introdotta in una periodo in cui esistevano coalizioni che si avvicinavano al 50%. Oggi, la frammentazione è estrema.

Verosimilmente, quale legge va delineandosi?

Credo che stia procedendo verso un proporzionale con le preferenze, con un premio di maggioranza difficilmente accessibile. Spero personalmente che, quantomeno, venga accettato il mio emendamento, che prevede l’inasprimento del reato di scambio di voto politico-mafioso. Ritengo, infatti, le preferenze foriere di episodi quali gli scandali regionali cui abbiamo assistito di recente.

Dicono che le soglie alte celino il timore di un successo dell’M5S e siano volte a impedire la possibilità che vada al governo. Ieri, sul blog di Beppe Grillo, è stato postato integralmente il video di un suo intervento in cui lei afferma il contrario. Accanto al video, non c’era alcune spiegazione. Grillo lo ha postato con intento provocatorio?

Si tratta, semplicemente, del video di un’intervista che mi è stata chiesta e che io ho rilasciato. In ogni caso, parto dal presupposto che il mio primo dovere sia quello di difendere, sul piano del diritto, anche il mio peggiore avversario. Guai, quindi, se si cercasse  di sconfiggere Grillo con strumenti diversi da quelli della lotta democratica. Casomai, si devono capire le ragioni dell’insuccesso delle altre forze politiche e individuare programmi alternativi.  

 

(Paolo Nessi)

Leggi anche

DIETRO LE QUINTE/ Legge elettorale, i calcoli dei partiti sul "nuovo" maggioritarioLEGGE ELETTORALE/ Ecco perché il proporzionale di Conte non fa bene all'ItaliaLEGGE ELETTORALE E REFERENDUM/ Un "distanziamento" politico carico di pericoli