Silvio Berlusconi ne è convinto: se decidesse di presentarsi potrebbe “prendere gli stessi voti del 2008” quando, con la Lega e l’Mpa, superò il 45% delle preferenze e ottenne la maggioranza netta in Camera e Senato. Recenti sondaggi evidenziano però dati decisamente differenti: è il Corriere della Sera a far sapere che, secondo Paolo Natale di Ipsos, il Pdl, anche recuperando qualcosa in questi due mesi che ci separano dal voto, si attesterebbe intorno al 16-17%, potendo forse sperare in un ottimistico 25%. A diminuire sarebbe però anche l’area del non voto e dell’indecisione che dal 40-42% potrebbe passare al 30-35%. A consolidarsi è invece l’asse Pd-Sel, intorno al 35-40% e forse anche oltre, mentre continua a perdere colpi il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, ancor prima dell’espulsione dei “dissidenti” Federica Salsi e Francesco Favia (decisione che sta ancora facendo molto discutere), aveva già perso circa 3 punti percentuali, portandosi intorno al 16-17%. E’ recente anche il sondaggio relativo alle intenzioni di voto per le prossime elezioni realizzato da IPR Marketing il Tg3: tale rilevazione mostra una leggera crescita per il Popolo della Libertà che attualmente dovrebbe viaggiare intorno al 15%, come anche per il Partito Democratico che, solo nell’ultima settimana, dovrebbe essere passato dal 33% al 33,5%. Lieve miglioramento anche per Sel di Nichi Vendola, dal 5 al 5.5%, che quindi insieme al Pd andrebbe a creare una coalizione che si aggirerebbe intorno al 39% dei consensi. Anche in questo caso viene invece registrato un netto calo per il Movimento 5 Stelle, sempre più nella bufera per le recenti dichiarazioni e decisioni del leader Beppe Grillo: i grillini, secondo il sondaggio IPR Marketing per il Tg3, avrebbe il 2% rispetto alla precedere rilevazione, scendendo quindi al 17%. Tra gli altri schieramenti, vediamo la Lega Nord attestarsi al 5,5%, l’Unione di centro al 4,5%, La Lista arancione al 3%, Futuro e libertà per l’Italia al 2,5%, La Destra e l’Italia dei valori al 2% e la Lista Pannella-Bonino all’1,5%. Anche in questa rilevazione rimane alto il numero degli indecisi e degli astenuti, rispettivamente al 20 e 25%.
Lo stesso sondaggio evidenzia poi le preferenze legate a colui che secondo gli italiani dovrà essere il prossimo presidente del Consiglio, con Pierluigi Bersani ancora saldamente in testa al 37%, seguito da Mario Monti al 23% e da Silvio Berlusconi al 20%. La maggioranza degli intervistati (il 36%) ha dichiarato di voler vedere proprio l’attuale premier al Quirinale, mentre il 27% auspica che possa rimanere “solamente” senatore a vita. Un’eventuale lista guidata da Monti, al momento dovrebbe attestarsi intorno al 9%, mentre il dato calerebbe significativamente, fino al 4%, se tale lista non fosse condotta direttamente da lui ma solo ispirata alle sue linee guida.