Dopo la discesa in campo di Berlusconi il panorama politico è diventato drammaticamente più chiaro. Non si tratta più di scegliere, come in un Paese normale, tra destra e sinistra, ma l’alternativa si è fatta più radicale. Siamo chiamati a scegliere tra: populismo Vs politica; fuori dall’Europa Vs dentro l’Europa; sfruttare l’immediato senza preoccuparsi del futuro Vs costruire oggi le premesse per un domani migliore.
Potremmo continuare a lungo, perché la spaccatura è profonda e da un lato vi sono i millantatori, coloro che contano di vendere illusioni nella convinzione che tanto non saranno chiamati a pagare, gente che continua a promettere vantaggi alla propria cerchia. Dall’altra vi stanno quanti sono convinti che una vera libertà possa essere fondata solo sulla verità, sul sacrificio, sull’impegno e sul merito.
Oggi questa è la vera scelta che ci sta di fronte. Il governo Monti ha avviato un’opera di chiarificazione, di duro e faticoso risanamento, ha ingaggiato una lotta contro l’evasione fiscale, ha combattuto per spiegare in Europa come si può fare sviluppo e perché alla Germania conviene impostare politiche meno restrittive. Contro la casta non è riuscito a fare quasi nulla perché sono scattati meccanismi di difesa che hanno visto alleati politici, burocrati e lobby di ogni genere, tutte prontissime a difendere quanto acquisito. Oggi siamo in mezzo al guado e tocca agli italiani scegliere per il loro futuro.
Io spero che gli uomini di buona volontà sappiano trovare le ragioni profonde di ciò che unisce e riescano a trovare la forza per continuare un processo virtuoso grazie al quale la situazione potrebbe, seppur lentamente, iniziare a migliorare. Purtroppo le componenti egoistiche, pronte a difendere i privilegi e il breve periodo, sono molto diffuse, grazie anche a processi che hanno finito per corrompere la moralità del popolo, introducendo miti pericolosi e irrealizzabili.
Berlusconi ha avuto una grande responsabilità nel tradimento degli ideali per i quali aveva dichiarato di scendere in campo, ha introdotto ideali di successo facile e immediato possibili grazie a conoscenze ed entrature e ora sta provando a fare leva sugli interessi più corporativi pur di conservare qualche potere e visibilità.
Con i suoi atteggiamenti anti-europei, con la battaglia contro lo spread e le istituzioni finanziarie, con la promessa di abolire l’Imu, sta legittimando gli opposti estremismi, quelli della Lega e di Vendola, sta scimmiottando Grillo nella speranza di strappargli qualche voto. In questo modo si sta confondendo nel mucchio dell’antipolitica.
La vera alternativa non è più tra Berlusconi sì e Berlusconi no. Paradossalmente, votare Berlusconi o Movimento 5 stelle non fa una grande differenza. Questo fa capire quanto Berlusconi abbia profondamente tradito soprattutto quelli che gli erano più vicini, a cominciare dalla moglie, dai compagni di partito (arrivando a dire che non vi sono persone valide all’interno del Pdl) fino al Ppe (che sta pensando di espellerlo) fino a tutta l’area moderata.
Berlusconi ha perso ogni credibilità ed è profondamente incapace di affrontare il nuovo, come dimostra il fatto che non si sarebbe candidato se a vincere le primarie fosse stato Renzi e il fatto che sia incapace di utilizzare efficacemente i new media. Berlusconi è passato, il berlusconismo no. Le forze populiste sono molto diffuse e rischiano di diventare la maggioranza del Paese.
Qualche segnale interessante c’è già. Grillo è in calo di consensi e diventano sempre più evidenti le crepe all’interno del suo Movimento. Berlusconi è abbandonato da amici e alleati che non sono disponibili ad accettare continui cambiamenti edi quasi certi fallimenti. Abbandonato da Maroni e dai sondaggi, sta cercando di recuperare Monti e Alfano dimostrando di essere in completo stato confusionale.
In questa complessa situazione tocca agli uomini di buona volontà iniziare una faticosa e lenta ricomposizione della convivenza basata sulla fiducia reciproca, sul rispetto, sul merito quale strumento privilegiato per la mobilità sociale, la valorizzazione dei corpi intermedi, il ridimensionamento di uno Stato ipertrofico che, entrando in tutti i campi, finisce per deresponsabilizzare i vari soggetti presenti sul territorio. Le elezioni sono solo un passo di cammino che non potrà essere breve. Non possono essere la soluzione, ma speriamo che siano nella giusta direzione.