L’ultimo atto relativo alle dimissioni di Mario Monti è stato compiuto dal capo dello Stato, lo scioglimento delle Camere. Un evento che lo stesso Napolitano ha definito previsto e segnato dai fatti. Nessuno ovviamente si sarebbe aspettato un atto diverso, dopo che l’esperienza Monti era evidentemente conclusa dalle sue stesse dimissioni e nonostante il rito scontato e obbligatorio del ricevimento di tutti i leader delle forze politiche al Quirinale. Rito che in teoria serve al capo dello Stato a vedere se si riesce a trovare un sostituto del presidente dimissionario e creare così un nuovo governo, nuovo governo che nessuno avrebbe comunque accettato di guidare (“Non esisteva alcuno spazio per sviluppi in sede parlamentare” ha detto lo stesso presidente della Repubblica). Siamo già infatti in campagna elettorale e l’esperienza del governo tecnico termina di fatto oggi con la chiusura delle Camere e i parlamentari a casa (in tempo per il Natale). Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dunque firmato il decreto di scioglimento delle Camere. Nel far ciò, Giorgio Napolitano ha auspicato adesso una campagna elettorale misurata e costruttiva: “Ho visto che qualche giornale parla di un mio messaggio al Paese ma prassi consolidata è che Il presidente un messaggio lo rivolga a reti unificate la sera del 31 dicembre”, nel corso del quale, ha detto, svolgerà alcune considerazioni su quanto accaduto in questo ultimo anno e su ciò che attende l’Italia. Negli incontri invece tenuti oggi con i leader die partiti, si era assistito a commenti diametralmente opposti degli stessi leader. Se Pdl e Pd si sono raccomandati che Monti resti fuori dalla prossima campagna elettorale, altri come Casini e Fini si sono augurati che l’esperienza Monti possa invece proseguire. Soddisfazione per la fine del governo Monti è stata invece espressa dalla Lega. Lo stesso Napolitano parlando oggi dopo le consultazioni ha voluto riprendere la “preoccupazione” espressa dal Pdl riguardo a Monti: ne ha preso nota, ha detto, e la riferirà allo stesso Monti.
Come ha ricordato oggi Napolitano, la legislatura si sarebbe comunque sciolta a febbraio con il compimento deisuoi cinque anni di durata regolamentare.