Lo schema di gioco sta assumendo una forma sempre più definita. Nel corso della conferenza stampa di fine anno, Monti ha sciolto le riserve. In maniera piuttosto sibillina, a dire il vero. Ma le sue dichiarazioni sono quanto basta per obbligare a uscire allo scoperto le forze in campo, e a decidere con che fazione schierarsi. Montezemolo, Riccardi, Casini e Cesa si sono incontrati lunedì mattina. Al termine dell’incontro hanno espresso piena sintonia politica con il discorso e l’Agenda del premier. Abbiamo chiesto a Ferdinando Adornato, deputato dell’Udc e fondatore di Liberal come evolverà lo scenario
Ora quali sono le prospettive per il centro?
Monti ha chiaramente affermato l’intenzione di essere guida di tutte quelle forze che sottoscriveranno la sua agenda («Alle forze che manifesteranno adesione convinta e credibile all’ agenda Monti, sono pronto a dare il mio apprezzamento, incoraggiamento e, se richiesto, la guida» ndr). E’ evidente che, così come siamo stati i primi a invocare un governo di unità nazionale, il nostro appoggio alla sua agenda è sempre stato assolutamente forte e convinto. Siamo, del resto, in sintonia con un ampio arco di forze sociali e civili che in questi mesi hanno lavorato insieme a noi.
Crede che nel Pd e nel Pdl ci saranno degli smottamenti?
Da mesi affermiamo che chi pensa che lo scontro sarà tra la destra e la sinistra si illude. Oggi occorre unire le forze della responsabilità e del riformismo contro quelle del populismo. Il Pdl ha scelto dichiaratamente di seguire una strada populista e antieuropea. Il Pd, invece, ha scelto una linea di responsabilità ma, contestualmente, è alleato con Vendola, in netta antitesi, quindi, con l’agenda Monti. Siamo, per questo, convinti che esista un grande spazio di aggregazione con il centro. Tra l’area moderata del Pdl – e persone come Frattini, Mauro, Cazzola, Pisanu e Mantovano hanno fatto capire che intendono rispondere all’appello di Monti – e tra coloro che, nel Pd, non condividono l’alleanza con Vendola.
Le forze del centro come si aggregheranno?
Casini, Montezemolo e Riccardi, nell’incontro di lunedì mattina, hanno deciso che sarà Monti a stabilire la forma di aggregazione che preferisce.
Voi, cosa preferite?
Riteniamo solamente che al Senato, per via della legge elettorale, sarebbe meglio una lista unica.
Pensate di avere chance di vittoria?
Ovviamente.
Scusi, pensate di ottenere la maggioranza sia alla Camera che al Senato?
Chi fa una battaglia la fa per vincere. Siamo fiduciosi del fatto che ci sono milioni di italiani che hanno capito che non stiamo creando uno schieramento di parte, ma necessario per proseguire un’esperienza rappresenta l’unica possibilità per l’Italia di salvarsi.
Eppure, vi danno tutti al massimo al 20%
Guardi, l’Italia è in una situazione simile, ma molto più grave, a quella di 20 anni fa; simile, perché anche allora l’intero sistema politico fu scompaginato, e più grave perché, nel frattempo, siamo entrati in una fase critica assoluta. Lo scompaginamento delle forze convinse gli italiani del fatto che occorreva cambiare. E dettero, in quel momento a ragione, fiducia a Berlusconi che sembrava proporre un programma di innovazione liberale del Paese. In pochi mesi prese moltissimi voti. Ora, il fallimento del Berlusconismo richiede una nuova configurazione della governabilità italiana. Rispetto al Berlusconi di allora, abbiamo una cosa in più: gli italiani lo votarono a scatola chiusa. Noi, invece, abbiamo dimostrato come si governa un Paese, con che contenuti e con quale serietà.
C’è un’altra ipotesi: la Camera viene conquistata da Bersani. Ma il centro è determinante al Senato. In quel caso, il Pd sarebbe costretto ad un accordo. E, probabilmente, a lasciare la presidenza del Consiglio a Monti.
E’ un’ipotesi verosimile. Ma anche il Pd, dopo l’annuncio dell’agenda Monti, dovrà fare in conti con una campagna elettorale diversa da quella che aveva immaginato. E, almeno due terzi del partito, condividono quell’agenda.
(Paolo Nessi)