Una volta definiti i punti dell’Agenda e aver confermato la “salita” in politica attraverso il suo primo tweet ufficiale pubblicato la sera di Natale, a Mario Monti non resta che sciogliere gli ultimi nodi: dando quasi per scontato il fatto che il Professore offrirà il proprio nome allo schieramento che dovrà sostenere la sua linea, gli unici dubbi che per ora permangono riguardano il modo in cui il movimento centrista verrà rappresentato alle prossime elezioni. Insomma, lista unitaria o liste separate? Confidandosi con uno dei suoi interlocutori politici, sembra che Monti abbia espresso in questo modo il suo pensiero: “Vorrei fare una lista unica, ma non so se ci riuscirò”. Poche parole, che, però, lasciano capire quanto sia in realtà intricata l’intera situazione, a cominciare dal fatto che le diverse anime centriste, partitiche e di società civile, stanno già mostrando resistenze che lo stesso Monti non è sicuro di poter superare facilmente. «E’ necessario procedere con calma, ricordando cosa è accaduto nei giorni scorsi», spiega a IlSussidiario.net Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto Quotidiano. «La scorsa settimana abbiamo assistito al “balletto” di Monti sul suo futuro politico, fino alla conferenza stampa anticipata da un’indiscrezione riportata da un colloquio con Scalfari che sembrava quasi già annunciare un passo indietro. Invece, ecco arrivare la conferma della “salita” in politica, poi consolidata dall’annuncio su Twitter. Questi sono i fatti, ora bisogna vedere cosa ha in mente».



Secondo D’Esposito, quindi, ecco come ha intenzione di muoversi l’ex premier: «Sembra ormai chiaro che Monti voglia fare il candidato premier e fare una lista unitaria che porti il suo nome, da contrapporre ovviamente a Bersani e Berlusconi. Il punto vero, però, resta quello di capire come evolveranno le trattative per la formazione di questa lista: Montezemolo vuole davvero fare, come è sembrato in questi giorni, una lista della società civile insieme a Riccardi differente e distante dai vecchi volti della politica, quindi Fini e Casini?». Monti, almeno per il momento, preferisce mantenere aperta ogni eventualità, in attesa di annunciare la propria decisione nei prossimi giorni, probabilmente solo dopo il discorso di fine anno del capo dello Stato.



«Se Monti non sarà il “dominus” delle liste – continua a spiegarci D’Esposito – è chiaro che tenterà di mantenersi una via d’uscita per chiamarsi fuori da un progetto che potrebbe non convincerlo più. Al momento, però, sembra quasi certo che riuscirà comunque nei suoi intenti, magari attraverso qualche compromesso che potrà comunque permettersi. Anche Riccardi, Casini e Montezemolo fino a oggi hanno fatto di tutto per farlo candidare, quindi molto probabilmente alla fine faranno buon viso a cattivo gioco qualunque siano le scelte di Monti».



Con la lista unica, però, commenta giustamente D’Esposito, Monti «perderebbe i benefici che potrebbe garantire il Porcellum alla Camera, mentre una soluzione del genere è molto più scontata al Senato. A questo punto Monti potrebbe anche dire di sì a due liste, ma sono nodi ancora tutti da sciogliere. Quello che è certo è che lui vorrebbe la lista unica e che sta lavorando per raggiungere questo obiettivo: la trattativa è cominciata, vediamo come evolverà».   

 

(Claudio Perlini)