Non si placa la “febbre” delle primarie nel Partito Democratico. Dopo l’appuntamento per scegliere il candidato premier del centrosinistra, e dopo il voto per stabilire chi dovesse correre alle regionali della Lombardia, si svolgono nei giorni 29 o 30 dicembre 2012 le primarie per la selezione del 90% delle candidature del Partito Democratico al Parlamento nazionale. Urne aperte, dunque, dalle ore 08.00 alle ore 21.00 del giorno stabilito dalla relativa Unione regionale nei seggi istituiti, di norma, presso i circoli del Pd. Ricordiamo che non si voterà tutti e due i giorni, ma solo uno in base alla propria regione: il 29 dicembre, infatti, si voterà in Piemonte, Liguria, Lombardia, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria, mentre il 30 dicembre urne aperte in Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. L’elettore può esprimere due preferenze, ma soltanto se rispetterà la cosiddetta “alternanza di genere”, scegliendo una candidatura maschile e una femminile. Qualora le due preferenze siano dello stesso genere, infatti, la seconda nell’ordine verrà considerata nulla. Come fa sapere il Partito Democratico, possono partecipare al voto per la selezione delle candidature al Parlamento nazionale gli elettori compresi nell’Albo delle primarie dell’“Italia Bene Comune” oppure gli iscritti al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione fino al momento del voto. Per esercitare il diritto di voto bisognerà dichiararsi elettore del Pd e sottoscrivere un pubblico appello per il voto al partito, esattamente come avvenuto in precedenza per le primarie “Italia Bene Comune”. Allo stesso modo bisognerà poi versare una sottoscrizione di almeno due euro per la campagna elettorale. Concorrono a formare le rose di candidature alle primarie tutti gli gli iscritti e gli elettori del Pd che, entro le ore 20 del giorno precedente la riunione della relativa Direzione provinciale, abbiano raccolto e depositato presso la Direzione provinciale/territoriale un numero di firme pari al 5% – e comunque non meno di 50 e non più di 500- degli iscritti Pd 2011, in almeno 3 circoli, in quell’ambito provinciale/territoriale.
Con la maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti le Direzioni regionali possono ridurre la percentuale di firme necessarie dal 5% al 3% degli iscritti Pd 2011. Ovviamente ciascun iscritto può sottoscrivere una sola candidatura.