La congiura. C’è da scommettere che diventerà il leit motiv dei prossimi giorni. Berlusconi, sabato, l’ha buttata lì, per tastarne l’efficacia. Nei prossimi giorni seguirà i sondaggi, e capirà se è il caso di insistere o meno. In ogni caso, l’argomentazione è la seguente: il suo ultimo governo è caduto a causa di una vera e propria congiura. «Una manovra che era finanziaria e politica, il governo tecnico era già pronto». Prova ne è la dipartita di Fini. «Bisogna scavare per sapere quali sono state le motivazioni che lo hanno portato a lasciare il partito di cui era stato cofondatore, praticamente il numero due, il mio successore per passare alla opposizione e adesso raccogliere l’1% con un partitino politico», ha aggiunto. Un complotto vero e proprio, insomma. Al punto che, se il Pdl vincerà le elezioni, «instaureremo subito una commissione per esaminare quei fatti. Ho sentito ministri dire che eravamo sull’orlo del baratro: mascalzonate». Giuseppe Cossiga, ex pidiellino di recente confluito in Fratelli d’Italia, ci spiega perché la tesi non sta in piedi.
E’ stata una congiura come dice Berlusconi?
Vorrei ricordare che il governo Berlusconi non è stato fatto cadere. Vi fu, al contrario, una scelta sofferta e responsabile, proprio da parte dell’ex premier, per evitare che una forte speculazione – e non una congiura – alimentata anche dalle tensioni politiche interne, determinasse l’aggravarsi della crisi. Fu questo il motivo per il quale accettammo una fase di sospensione della democrazie e l’instaurazione del governo tecnico. Una scelta che, personalmente, condivisi. Ma la tesi della congiura, francamente, non la ricordo. Certo, nel tempo le posizioni del Pdl sul governo Monti sono state le più disparate. E, in effetti, resta da capire quale sarà quella assunta tra un paio d’ore…
Secondo lei, quindi, la decisione di Berlusconi non fu il frutto di una pressione organizzata?
Ripeto, ci fu un forte attacco speculativo. E si calcò indubbiamente, la mano. Non eravamo, infatti, sull’orlo del baratro. Né a rischio di catastrofe. Non siamo la Grecia, e neppure la Spagna, ma abbiamo un’economia paragonabile a quella di Francia e Germania. Quest’ultime, se realmente fossimo stati a rischio di default, sarebbero corse a salvarci. Ma non è pensabile che l’avvicendamento tra Monti e Berlusconi rappresentò il frutto di un complotto della Germania o di chissà chi altri.
Berlusconi ha lasciato intendere che il complotto fu ordito, tra gli altri, da Fini.
In pratica, allora, ha ammesso che Fini è un personaggio talmente illustre e potente da essere in grado di modificare le sorti di un intero Paese.
In ogni caso, cosa ne pensa dell’ipotesi di istituire una commissione d’inchiesta?
Non troverei insensata un’analisi storica sulle vicende e sulle ragioni che hanno condotto l’Italia, in un anno, a sospendere, di fatto, la democrazia. Ma una commissione d’inchiesta, francamente, mi sembra una cosa ridicola.
Concretamente, però, si potrebbe fare?
Guardi, si sono istituire commissioni d’inchiesta praticamente su tutto. Ne era stata realizzata una anche in merito al ritrovamento di un armadio che conteneva dei faldoni relativi a dei crimini nazisti. Si pensava che fossimo in presenza dell’occultamento di fascicoli riguardanti gravissimi fatti criminosi commessi dai nazifascisti, nel corso della seconda guerra mondiale. Si scoprì che si trattò semplicemente di un errore fatto durante un trasloco. L’armadio era rimasto per anni con le ante rivolte verso il muro, Non c’era stato nessuno occultamento. Con questo intendo dire che si istituiranno ancora innumerevoli commissioni. E che, tecnicamente e in linea teorica e possibile che venga istituita anche quella richiesta da Berlusconi. Anche se, concretamente, le probabilità sono pressoché inesistenti.
Una commissione del genere che potere avrebbe?
Praticamente nessuno. Si tratterebbe di una commissione realizzata attraverso un atto interno di una della due Camere, il cui effetto si limiterebbe ad un atto non vincolante e consultivo. Le uniche commissioni che, invece, dispongono di un potere effettivo sono quelle istituite per legge, le bicamerali. Queste possono, ad esempio, attraverso la magistratura, acquisire atti o convocare persone.
Alla fine, secondo lei da cosa dipendono le affermazioni di Berlusconi?
In questi mesi, ha vissuto molto male una scelta coraggiosa, e le sue valutazioni sono cambiate; ora, semplicemente, intende porre una nuova luce su tutto quello che il Pdl ha fatto nell’ultimo anno.
(Paolo Nessi)