“La vittoria di Bersani sul sindaco rottamatore non indebolisce il Pd, perché gli garantisce il sostegno degli elettori di sinistra che con Renzi candidato premier sarebbe stato in forse”. Lo sottolinea Piero Ignazi, professore di Politica comparata all’Università di Bologna. Pier Luigi Bersani ha superato il 60% dei consensi, mentre il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non ha raggiunto il 40%. Il segretario del Pd ha commentato a caldo che “è un risultato inaspettato nelle proporzioni. Ora occorre dare un profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra e predisporre gli spazi per la nuova generazione”. Il sindaco di Firenze ha invece osservato su Twitter: “Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme. Grazie di cuore a tutti”. Più tardi si è complimentato con Bersani, ammettendo: “La sua è una vittoria netta, che nessun discorso sulle regole può compromettere. E’ stata una partita bellissima, ma qui finisce. Torno a fare quello che ho sempre fatto, il militante del Pd e il sindaco di Firenze, con il sorriso sulle labbra”.



Bersani sarà in grado di tenere uniti nel Pd tutti i voti attratti da Renzi?

Si può fare anche il discorso inverso, e chiedersi se Renzi sarebbe stato in grado di tenere i voti di tutti gli elettori che hanno scelto Bersani. E’ un’interpretazione bizzarra quella che sento da diverse parti, come se da un lato ci fosse solo un’entrata e dall’altra solo un’uscita. Mentre si dimentica che se avesse vinto Renzi i voti della sinistra non sarebbero andati al Pd, e quindi il Pd avrebbe perso.



La mia domanda però resta valida ugualmente …

Non so se Bersani sarà in grado di mantenere i voti dei sostenitori di Renzi, ma sono certo del fatto che sarà in grado di conservare tutti i voti della sinistra.

Quanti elettori del centrodestra hanno votato per Renzi alle primarie?

Sono molto pochi, perché non c’è nessuna identificazione della destra con quel mondo che ruota attorno al Pd. Anche con una ipotetica vittoria di Renzi, si sarebbero trovati con un Partito Democratico al cui interno esistono figure che gli elettori di destra detestano in modo assoluto. Non credo proprio quindi che ci sia stato questo travaso in proporzioni significative. Del resto come potremmo spiegare il risultato di Renzi nelle Regioni rosse? Di certo non con i voti della destra.



Quindi i delusi del Pdl con chi si identificano oggi?

Non sottovaluto certo il malcontento nei confronti di Berlusconi e del Pdl da parte di chi lo aveva votato, ma è tutta gente che si asterrà, scegliendo di rimanere alla finestra. Semmai qualcuno voterà Grillo, anche se in pochi. La maggioranza dei delusi del centrodestra resterà ad attendere se ci sarà un’offerta che al loro cuore moderato possa andare bene. Per questi elettori, Renzi non era sufficientemente moderato.

 

Quali saranno le prossime mosse di Renzi?

 

Il suo compito ora è creare una corrente all’interno del Pd, come è naturale che sia in tutte le forze politiche. Ci sono componenti diverse, correnti diverse, e chi ha idee diverse si organizza per promuoverle all’interno del partito. Renzi ha dichiarato che continuerà a fare il sindaco di Firenze.

 

Ritiene invece che si candiderà alla segreteria del Pd?

 

A questa domanda non so rispondere, andiamo troppo in là.

 

Gli elettori cui al ballottaggio non è stato permesso di votare, nonostante si siano recati ai seggi, potrebbero trasformarsi in un boomerang per il Pd alle prossime politiche?

 

Si tratta di quattro gatti, i numeri di quanti volevano votare e non lo hanno fatto sono semplicemente ridicoli. E’ un fenomeno del tutto irrilevante, non bisogna fare delle bolle mediatiche di cose inesistenti e che si contano sulle dita di una mano. Guardiamo ai veri risultati, cioè ai 2 milioni e 700mila elettori che hanno votato. E’ un numero straordinario, soprattutto se lo paragoniamo con il resto dell’Europa. Il Partito Gollista in Francia due settimane fa è riuscito a portare ai suoi seggi soltanto 170mila persone. Rimaniamo quindi ai numeri e ai fatti.

 

(Pietro Vernizzi)

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