Infuria un “parapiglia” sulla riforma della legge elettorale che persino Roberto Calderoli, autore del famoso “porcellum”, quello che si dovrebbe rivedere, ha alzato bandiera bianca: “Posso salvare un ferito, ma non risuscitare un morto”. Si discute affastellando bozze (l’ultima è quella del moderato pidiellino Gaetano Quagliariello) che viene contestata duramente dall’ex sexy senatrice Angela Finocchiaro del Pd. Si ribatte dando la colpa all’uno e all’altro. L’impressione, detta fuori dai denti, è che sia in atto una grande sceneggiata, non si capisce se nella versione “napoletana” o in quella classica goldoniana delle “baruffe chiozzotte”, cioè italiane nella mente dell’autore, che alla fine non portano da nessuna parte.



Anzi, deliberatamente, non vogliono andare da nessuna parte, per andare alla fine a votare ancora con il “porccellum” da tutti contestato, apparentemente. Le perorazioni, le raccomandazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, restano per ora consigli inascoltati. Intanto Pier Luigi Bersani, fresco di incoronazione da “premier”, vola in Libia per costruirsi un “look” internazionale e Silvio Berlusconi, dopo la settimanale visita a Milanello alla sua squadra, tiene ancora tutti sulla corda: scenderà di nuovo in campo o no? Perché rinvia continuamente l’annuncio? Forse, studiando i sondaggi in compagnia di Alessandra Ghisleri, cercherà il colpo a effetto durante la presentazione della nuova puntata dell’ “enciclopedia politica” di Bruno Vespa, affidandosi anche alla “cabala” del giorno 12, 12, 12? Cioè del 12 dicembre del 2012.



La politica italiana del dopo-primarie del centrosinistra e dei giorni di sollievo perché lo spread è sceso a trecento punti base, riserva queste sorprese, anche quella di una grottesca riedizione delle “convergenze parallele”, in un certo senso, tra Berlusconi e Bersani, entrambi di fatto contrari all’abolizione del “porcellum”. Stefano Folli, ex direttore del Corriere della Sera, grande analista politico, oggi autorevole editorialista de Il Sole 24 Ore sembra quasi sconsolato di fronte alle vicende della riforma elettorale.

Per quale ragione Folli?

A mio avviso è proprio finita questa storia. La riforma non si fa, non si riesce a farla, perché non la vuole Berlusconi e non la vuole neppure Bersani.



Ma non la vuole tutto il Pd oppure proprio Bersani ?

Non so quali siano quelli che vogliono una riforma oppure no. A Bersani, certamente, sembra che vada bene andare a votare in questo modo.

 

Per Berlusconi, ovviamente, il problema non si pone neppure.

 

Certo, perché in questo modo può controllare le liste come vuole lui. Se deve poi rifare l’alleanza con la Lega, questa è una ragione in più.

 

Si profila un confronto tra Bersani e Berlusconi. Il segretario del Pd ha detto che non vede l’ora di affrontare il Cavaliere.

 

E’ anche comprensibile che Bersani parli in questa maniera. Innanzitutto il confronto diretto con Berlusconi è un modo per ricompattare tutto il partito e tutto il centrosinistra. E poi c’è anche il fatto che è una partita che dura da 19 anni e Bersani non vede l’ora di vincerla dopo tante sconfitte. In questo momento a Bersani conviene proprio avere come avversario Berlusconi.

 

Lei crede che il Cavaliere possa avere qualche chance?

 

Mi sembra che Berlusconi come leader del centrodestra sia addirittura interessante. Anche se potrà rispolverare il suo anticomunismo. Un avversario come Matteo Renzi avrebbe complicato la sua campagna elettorale. In tutti i casi, il Cavaliere ha ormai la sua età, è anche logorato politicamente. Certo, lui mira a esserci perché sa bene che poi è in grado di negoziare con tutti. Questo è il vero obiettivo del Cavaliere. In più c’è in ballo la maggioranza al Senato. Se lì si impatta, come è possibile, la questione diventa complicata.

 

Da qui alle elezioni possono nascere diversi imprevisti. E’ veramente difficile prevedere come andrà a finire.

 

Le varianti sono tante. Occorrerà vedere l’andamento della crisi economica. Quale sarà il risultato di Beppe Grillo. Difficile immaginare anche una riedizione di un “Monti bis”. Paradossalmente, nel momento in cui cala lo spread, si ha la sensazione, anche solo la sensazione, che si sia usciti dall’emergenza: Gli uomini dell’emergenza sono legati solo all’emergenza e questo può essere anche il destino di Monti. In effetti, in questi giorni, i partiti sembrano più attivi.

 

E’ in tutti i casi difficile fare previsioni.

 

Troppe incognite. Se il centrosinistra, dopo aver vinto alla Camera, la spunta anche al Senato, Bersani può andare a Palazzo Chigi. Ma ripeto : è molto difficile fare previsioni e non considerare che siamo dentro a un sistema che non funziona molto bene, per usare un eufemismo.

 

(Gianluigi Da Rold)

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