Aria di crisi di governo. E’ scontro aperto infatti tra il Pdl e il ministro dello sviluppo Passera, reo di aver commentato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi a proposito del suo possibile ritorno come candidato del centro destra. Di fatto il ministro Passera non aveva fatto riferimenti diretti all’ex premier ma intervenendo al programma tv Agorà aveva detto che qualunque tipo di segnale che all’estero potesse essere inteso come un ritorno indietro sarebbe considerato in mood negativo. Ovviamente Passera si riferiva alla possibilità del ritorno attivo di Silvio Berlusconi alla politica. “Non posso entrare nelle dinamiche dei singoli partiti ma come Italia dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti. Tutto ciò che può fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è bene per l’Italia” aveva aggiunto. Immediate le polemiche e le denunce: il portavoce del Pdl Capezzone commentava che un ministro di un governo tecnico dovrebbe astenersi da commenti su singole forze politiche. E poi il gesto più clamoroso: l’ordine da parte del capogruppo al senato Gasparri ai membri del Pdl di non votare il decreto sviluppo-bis pur non facendo mancare il numero legale in aula. Un gesto che il Pd interpreta subito come crisi di governo, invitando Monti a recarsi immediatamente al Quirinale dal capo dello Stato. Lo ha detto Anna Finocchiaro: se il principale partito della maggioranza che sostiene il governo non vota la fiducia vuol dire che il governo non ha più la maggioranza. C’è poi stata la richiesta da parte del senatore Pdl Gramazio delle dimissioni di Passera. Tornando alle parole del ministro Passera aveva voluto commentare quelle di Berlusconi in particolare quando l’ex premier aveva detto che un anno dopo grazie al governo Monti si sta peggio e si è sull’orlo di un baratro. Passera ha chiarito che dal suo punto di vista la colpa della situazione attuale è degli ultimi dieci anni di governo, un periodo che coincide in gran parte con i governi Berlusconi. Tutti sappiamo che un anno fa il Paese era vicinissimo a scivolare verso la situazione greca che avrebbe potuto comportare una perdita di sovranità, ha detto. “Venivano ad amministrarci da fuori, avrebbero tagliato servizi indispensabili come salute scuola, stipendi e pensioni” ha poi aggiunto.
Infine il ministro Passera sempre nel corso del suo intervento al programma televisivo non ha escluso il suo possibile ingresso in politica alla fine del suo mandato.