Il Pdl esce dalla maggioranza e minaccia di far cadere il governo. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, rispettivamente presidente e vicepresidente vicario dei senatori del Pdl, si sono astenuti nel voto di fiducia sul decreto sviluppo, garantendo però il numero legale per l’approvazione. Nonostante questo l’attuale esecutivo, senza l’appoggio di una maggioranza, rischia effettivamente di incamminarsi in anticipo sul viale del tramonto. Lo stesso Monti ha chiarito di essere “in contatto costante con il capo dello Stato”, mentre riguardo le parole del ministro Passera (la scintilla che ha scatenato la reazione del Pdl) ha spiegato di non aver “avuto modo di esprimere raccomandazioni o consigli a proposito di singole dichiarazioni, che talora possono essere considerate infelici ma che vanno calate nel contesto e non pregiudicano nulla”. Prima del capo del governo era invece intervenuto nel pomeriggio Giorgio Napolitano, secondo cui “va evitata una fine convulsa della legislatura. Ci sono tensioni politiche pre-elettorali che, anche fuori dall’Italia possono essere comprese, senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del nostro Paese”. Il presidente della Repubblica si riserva però “di compiere nelle prossime ore i conseguenti utili accertamenti”.



Subito dopo la presa di posizione da parte del Pdl, era stata la capogruppo dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, ad invitare il premier a presentarsi al Colle: “Se il partito che da un punto di vista parlamentare ha ancora la maggiore consistenza passa all’astensione – ha dichiarato – vuol dire che questo Governo non ha più la fiducia delle Aule parlamentari. E se un Governo non ha più la maggioranza credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale”. Più cauto invece Bersani, secondo cui “se il Pdl insiste in un atteggiamento irresponsabile, descritto come un passaggio politico sul governo Monti, noi pensiamo che Napolitano con la sua saggezza troverà il modo per condurre la vicenda in modo ordinato”, ribadendo che il Pd voterà alla Camera la fiducia al governo. IlSussidiario.net fa il punto della situazione con il deputato Andrea Sarubbi e con il senatore Roberto Della Seta, entrambi del Pd, entrambi renziani, ma con idee diverse sulle dichiarazioni della Finocchiaro.



Cominciamo dalle parole di Passera e dalla reazione del Pdl. Cosa ne pensa?

Se il Pdl voleva far cadere il governo, ha scelto in assoluto il momento meno opportuno. Se si pensa all’election day di febbraio, infatti, significa che in Gazzetta Ufficiale un eventuale scioglimento delle Camere dovrà arrivare il 19 dicembre, cioè tra meno di due settimane. Questo significa mandare all’aria una serie di importanti provvedimenti di cui si sta discutendo in queste ore, tra cui la legge di stabilità, il decreto Ilva, il bilancio dello Stato, la delega fiscale e così via.

E’ evidente che in questo momento Berlusconi intende far cadere Monti per poi poter usare quest’arma in campagna elettorale, senza però rendersi conto che in questo modo si mette sullo stesso livello di Lega e Idv che invece l’opposizione l’hanno fatta fin dall’inizio. Sarà quindi difficile risultare credibili, dopo un anno di appoggio al governo che adesso improvvisamente si vuole far cadere. Credo sia solamente una tattica della disperazione, guidata dal fatto che il Pdl, in questo momento, non vede alcuna prospettiva.  



Credo che le dichiarazioni del ministro Passera siano state solamente un pretesto e che Berlusconi, riprendendo in mano il controllo dell’agenda politica del Pdl, abbia deciso che a questo punto gli conviene accelerare la fine del governo Monti e della legislatura, anche per evitare il rischio che venga modificata la legge elettorale che, come è noto, per lui rappresenta un’assicurazione per la sopravvivenza politica. Credo quindi che quanto accaduto sia la conseguenza quasi inevitabile delle dinamiche che sono diventate evidenti all’interno del Pdl.

Cosa può dirci della posizione del Pd? Come mai la Finocchiaro, una volta vista la reazione del Pdl, ha immediatamente invitato Monti ad andare da Napolitano?

S: Francamente non ho capito come mai la Finocchiaro abbia fatto quell’intervento. Non è la mia capogruppo, quindi ho letto le sue parole dalle agenzie, ma mi sono sembrate alquanto singolari. Posso dire che a mio giudizio il Pd, per convenienza politica, dovrebbe votare adesso, vista la “sbornia” delle primarie, un Pdl così in crisi e un Grillo che ha un po’ deluso con la selezioni dei candidati alle primarie del M5S. Però, così come è stato fatto un anno fa, ancora una volta mi sembra che Bersani abbia detto la cosa giusta, cioè che è necessario mettere l’interesse del Paese davanti al nostro e cercare di portare questa legislatura fino alla fine.

DS: Come ha detto la senatrice Finocchiaro, nel momento in cui il Pdl ritira la fiducia al governo Monti, quest’ultimo non ha più la maggioranza e quindi toccherà al presidente del Consiglio e al Capo dello Stato valutare come uscire da una situazione che dal punto di vista istituzionale è molto delicata. Noi ci siamo limitati a dire che senza una maggioranza si pone un problema per la continuità dell’azione di governo: naturalmente bisognerà prima condurre in porto la legge di stabilità, ma per il resto è evidente che un governo senza più una maggioranza numerica difficilmente potrà continuare la sua azione. Ovviamente il Pd ha ribadito ancora una volta la sua lealtà a Monti fino alla fine della legislatura, ma nell’attuale Parlamento da soli siamo una minoranza.

Come vedono invece i renziani la situazione che si sta delineando?

S: Non credo che su questo vi siano grandi differenze di opinione. Tutti quanti nel Pd, che abbiano votato Renzi o Bersani, sanno che non abbiamo fatto parte del governo Monti né come ministri né per fissarne le priorità. Ci siamo dimostrati lealisti in questo momento, ma è evidente che non siamo noi a guidare. Credo quindi che abbiamo tutti voglia di vedere un governo che abbia come locomotiva il Pd, questo deve essere chiaro. Certo, poi possiamo avere divergenze riguardo le alleanze, visto che con Renzi avremmo potuto avere un Pd più autosufficiente mentre con Bersani ci sarà una composizione di partiti diversi. Questa differenza ovviamente rimane, ma abbiamo comunque buone possibilità di ritrovarci al governo tra qualche mese.

DS: Immagino come tutti gli altri. Questa maggioranza è sempre stata non politica, nata dalla presa d’atto di una situazione drammatica per il Paese e dall’urgenza di porvi un primo rimedio. Ma tutti noi nel Pd, renziani o non, abbiamo chiaro che questa stagione non aveva davanti un tempo particolarmente lungo e che in condizioni normali il Partito Democratico non può governare insieme alla destra, proprio per la totale differenza di vedute riguardo il modo con cui affrontare i problemi del Paese.

Crede che il governo potrà cadere davvero?

S: Può succedere di tutto. Le giravolte di Berlusconi ormai non mi sorprendono più, quindi potrebbe anche svegliarsi domani e dire che Monti è il miglior premier europeo della storia. E’ difficile prevedere cosa accadrà, ma credo che il Pdl voglia solamente trovare una scusa per non venire schiacciato dal tempo che, a poco a poco, lo sta facendo spegnere come una candela.

DS: E’ davvero difficile da dire adesso. Immagino che il presidente del Consiglio e quello della Repubblica faranno di tutto per mettere intanto in sicurezza la legge di stabilità. Poi, se il Pdl insisterà con questa posizione, come credo farà, non vedo grandi possibilità per l’attuale governo di andare oltre l’approvazione della legge.

 

(Claudio Perlini)