Dopo quattro ore di confronto, il futuro del Pdl viaggia ancora sui binari dell’incertezza. Nulla di fatto nel vertice fiume che si è svolto nel pomeriggio di mercoledì a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito. Parlerà Alfano, dicono i presenti, mentre il Cavaliere sembra voler prima valutare le intenzioni del governo sull’election day o quanto emergerà dal Consiglio dei ministri sul provvedimento per l’incandidabilità. Dopo la conferenza dei capigruppo ha invece parlato il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, il quale ha sottolineato ancora una volta che “il Pdl vuole una nuova legge elettorale” e che il tema è stato ampiamente discusso a Palazzo Grazioli. In attesa che Berlusconi sciolga le riserve sulla sua candidatura e sul futuro del centrodestra, IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera.
Legge elettorale, election day, provvedimento incandidabilità. Quali crede siano i nodi che Berlusconi vuole sciogliere prima di farsi avanti?
Berlusconi è impenetrabile e ormai appare totalmente offuscato. Credo che dietro questo indecisionismo non ci sia una limpida strategia, ma solo un continuo annaspare nella disperazione. Non tutto è spiegabile razionalmente, ma in questo modo Berlusconi non fa altro che portare alla rovina la sua creatura: un grande leader dovrebbe vedersi anche nella capacità di saper uscire di scena, nel saper trasferire un’eredità e nel riuscire a dare continuità a un progetto politico così presente negli ultimi vent’anni.
Quindi crede che in realtà il Cavaliere non stia puntando a niente di preciso?
Se di strategia si può parlare, si tratta certamente di una strategia “suicida”. Questo modo di fare, questa indecisione, probabilmente non riguarda più la ricerca di una soluzione ma solamente il modo con cui metter fine al centrodestra.
Non prevede particolari sorprese neanche quando i maggiori dubbi attuali verranno chiariti?
Si parla di legge elettorale, di incandidabilità e di altro ancora, ma credo che ormai si debba andare oltre a tutto questo. Qualunque cosa accadrà nei prossimi giorni lo scenario non è destinato a cambiare. Berlusconi non sta aspettando qualcosa di preciso perché non ha la minima idea di che cosa vuole fare: un giorno la pensa in un modo e un giorno la pensa in un altro, ma arriverà il momento in cui dovrà obbligatoriamente prendere una scelta.
Su come far calare il sipario sul Pdl?
Esatto. Se poi lo fa in un modo o in un altro, che cosa cambia? Il centrodestra è comunque finito, è solamente un cadavere che si agita. Ma sempre cadavere resta.
Nel concreto quindi come avverrà questo “suicidio”?
Temo per il centrodestra che Berlusconi possa presentarsi come candidato, perdere rovinosamente le elezioni, arrivando al 13-14%, e portare quindi i suoi fedelissimi in Parlamento. Quando invece avrebbe dovuto fare tutt’altro.
Vale a dire?
Tentare di ridare un volto al centrodestra, anche se sconfitto alle elezioni, ma in questo modo offrire un senso di prospettiva e di rilancio nonostante l’esito delle urne. Proseguendo sull’attuale strada, invece, assistiamo solamente all’ultimo atto della dimostrazione che non esiste un gruppo dirigente che possa prescindere dalla volontà del “padrone”.
Quale sarebbe stata una strategia possibile per tentare di salvare il salvabile?
L’unica mossa sensata, almeno per mantenere un po’ di dignità, sarebbe stata quella delle primarie. In questo modo sarebbe stato possibile dare l’idea di un Pdl capace, anche senza Berlusconi, di andare avanti sulle sue gambe. Berlusconi ha invece deciso di trascinare tutto con sé e nessuno ha ovviamente la forza di opporsi.
Se il centrodestra è davvero finito, cosa crede potrà rinascere dalla sue ceneri?
Questo è davvero difficile saperlo adesso. Nelle forme con cui lo conosciamo è assolutamente impossibile che possa rinascere alcunché, fatta eccezione per un frammento minoritario che però non avrà niente a che vedere con la realtà che siamo abituati a conoscere. Qualcosa rinascerà, questo è indubbio, ma sono convinto che un azzeramento dell’attuale formula politica del centrodestra risulterà inevitabile.
(Claudio Perlini)