Luigi Lusi, senatore del Partito democratico, ex tesoriere della Margherita, è stato espulso oggi dal gruppo di cui fa parte a Palazzo Madama. La decisione è stata presa in quanto Lusi, invitato a dimettersi di sua iniziativa, non ha voluto farlo. All’unanimità il gruppo dei senatori Pd lo ha dunque espulso d’ufficio. Lusi, che quando si occupava di tenere i conti della Margherita si sarebbe impossessato di una cifra pari a tredici milioni di euro, ha riconosciuto le sue colpe e ha proposto di restituire parte del maltolto, una cifra pari a cinque milioni di euro già depositata in procura tramite fideiussione bancaria. Dice di non poter restituire di più: della cifra complessiva che avrebbe intascato, cinque milioni sarebbero stati spesi per l’erario in seguito alle operazioni immobiliari di cui si è fatto carico. Si tratterebbe dell’acquisto di una lussuosa residenza a Roma, una villa in campagna e diverse operazioni finanziarie tenute in Canada. E’ un caso che sta facendo discutere vivacemente all’interno del Pd e di tutto il centro sinistra. Luigi Lusi ha proposto ai giudici il patteggiamento di circa un anno di pena, ma non sarebbe sufficiente. Potrebbe essere condannato a due anni di reclusione tenendo conto che il massimo della pena previsto è tre anni. La vicenda è stata commentata tra gli altri dal vicesegretario del Pd Enrico Letta che faceva parte anche lui della Margherita. Ha definito il caso una vicenda incredibile. Necessario, ha detto ancora, che il gruppo dirigente della Margherita si riunisca per prendere decisioni importanti. Ha commentato il caso anche il senatore Pd Stradiotto, anche lui ex Margherita, che ha detto come quando ci fosse bisogno di soldi per la campagna elettorale, la Margherita non ne aveva mai. “Nel 2006 la campagna di Prodi l’abbiamo fatta coi fichi secchi, proprio perché Lusi aveva chiuso i cordoni della borsa ‘tanto si vinceva lo stesso’. Se avessimo fatto una campagna più aggressiva invece di pareggiare avremmo magari vinto” ha aggiunto. E’ intervenuto anche Antonio Di Pietro: non si può paragonare il caso Lusi con quello Chiesa, ha detto, l’uomo che diede via allo scandalo tangentopoli. Ma assicura che questa faccenda riapre il caso dei finanziamenti pubblici ai partiti.



La discussione interna al centro sinistra prosegue con altri interventi sul caso. Per il vicepresidente del Pd Chiti il finanziamento relativo alle elezioni deve essere minore di quanto è adesso, e venire erogato in tempi più definiti.

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