Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver incontrato il suo omologo tedesco in Quirinale, Christian Wulff, ha dettato al governo alcune linee guida rispetto alla prossime misure da intraprendere per trascinare l’Italia fuori dalle sacche della crisi e riacquisire autorevolezza a livello internazionale.  Secondo il capo dello Stato è necessario, in particolare, che la riforma del marcato del Lavoro che l’esecutivo si appresta a mettere a punto sia concepita con la finalità di determinare un rialzo della produttività che, negli ultimi tempi, è stata stagnante. E’ necessario, da questo punto di vista, rimuovere gli ostacoli che si frappongono di fronte agli investitori esteri. Non è escluso che l’inquilino del Colle abbia, in tal senso, inteso tirare la volta al premier Mario Monti. Che si era più volte detto convinto del fatto che uno dei motivi per i quali le imprese straniere a stento e fatica decidono di sbarcare in Italia, consiste nel famigerato articolo 18. Non è un caso che l’attenzione del ministro Fornero da settimane si stia concentrando sull’ideazione di una formula che ne consenta l’abolizione o il superamento. Napolitano ha, inoltre, suggerito anche altre mosse da tenere a mente per rilanciare la competitività del nostro sistema. Secondo lui, gli impianti devono essere sfruttati al 100%; questo è possibile attraverso un sistema che contemperi flessibilità e solidarietà. «La coesione sociale – ha specificato – non può significare immobilismo. Deve significare invece la massima intesa tra forze sociali e politiche per obiettivi di cambiamento». Napolitano ha anche sottolineato come la messa in sicurezza dei conti pubblici, benché sia una priorità, non possa essere considerata l’unica. «Possono esserci dei rischi se si mette il piede solo sull’acceleratore del risanamento senza quello della crescita».Contestualmente è necessario, quindi, dare una speranza ai giovani in termini lavoratovi. Per far questo uno degli strumenti da utilizzare sono i finanziamenti europei. Il presidente della Repubblica ci ha tenuto, infine, ha far presente che lui non fa, come si è soliti definire i suoi interventi, dei “moniti”.



Napoliano ha, infatti, spiegato: «Vorrei che non si dica che io ogni giorno rivolgo un appello o un monito. Io non faccio moniti, cerco di porre problemi, e pongo il problema della necessità di un accordo valido tra forze sociali e governo».

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