Milleproroghe, il governo va sotto per due volte. L’esecutivo infatti è stato sconfitto su due emendamenti proposti dal Pd e dalla Lega. Nel primo di questi, su cui il governo aveva espresso parere contrario, l’emendamento è passato con 257 sì, 213 no e 6 astenuti. A favore hanno votato i rappresentanti di Pd, Lega e Idv mentre contro si sono espressi quelli di Pdl, Fli e Udc. Nel caso del secondo emendamento invece, dove anche qui il governo si era espresso in modo contrario, ci sono stati 303 voti a favore, 165 contrari e 10 astenuti. Questa volta il Pd si era schierato con il governo, unica forza politica a sostenere l’esecutivo. C’è grande fermento in queste ore al parlamento. Il decreto sul liberalizzazioni infatti trova scontente tutte le parti, da quelle direttamente interessate e cioè le categorie professionali, le stesse forze politiche che sostengono l’esecutivo sono contrarie. Il più esplicito in queste ore è stato Francesco Rutelli che parlando a nome del Terzo Polo ha detto che se la situazione di scontento dovesse continuare c’è il rischio di finire in una palude. Il segretario del Pd Bersani ha richiesto per oggi un incontro con Mario Monti per discutere le problematiche riguardo alla riforma del mercato del lavoro dove il suo partito è molto critico. Per quanto riguarda le liberalizzazioni Bersani dice che alla fine il suo partito voterà a favore anche se si aspetta ulteriori modifiche visto che il tema è ancora aperto. Un pacchetto, quello delle liberalizzazioni, che Monti ritiene fondamentale venga approvato. “Non tutte le modifiche sono arretramento, anzi alcune sono un miglioramento e le accoglieremo, altre no” ha detto al proposito. Molto critico invece Felice Belisario dell’Idv per i continui stop che si susseguono alla Camera. Al momento ci sono circa 1400 emendamenti con 97 articoli relativi al decreto: la commissione Industria del senato sta facendo la cernita degli emendamenti, ma mancano sei gironi prima che il pacchetto delle liberalizzazioni sia sottoposto al vaglio del Senato. I nodi principali sono i trasporti (taxi), il gas con lo scorporo Eni-Snam e le farmacie, ma anche l’ordine degli avvocati.
Sul tema il Pdl ha proposto una discesa al 5% della quota Eni in Snam su cui il governo non è d’accordo. Per Mario Monti è invece necessaria una separazione inetta e totale dei due operatori comprese le attività di stoccaggio.